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La magia, la
magia di ogni partenza…
Anche domenica 12 agosto il momento dello stacco dalla
banchina mi ha riempito di emozione.
Nella marina di Cala Galera si sentiva il vento far sbattere i pennoni delle
barche ormeggiate, c’era molto fermento perché le previsioni davano vento
forte e i proprietari delle barche a motore non sapevano cosa fare.
Noi velisti, al contrario, non vedevamo l’ora di prendere il largo, l’unico
dubbio rimaneva l’equipaggio, non ancora pronto per affrontare il vento.
Alla fine, comunque, decidiamo di salpare e appena usciti dalla calma del porto
il vento ci sospinge verso la nostra meta: l’isola di Giannutri. La barca
scivola veloce, non è una di quelle solite da charter: è molto boliniera e
tiene benissimo i 25 nodi di vento, basta lascare leggermente la randa e
ritirare il fiocco e l’equipaggio può stare tranquillo senza essere troppo
inclinati sull’acqua.
Verso Giannutri però il vento rinforza e noi ci mettiamo le cinture di
sicurezza per poter manovrare in tutta tranquillità.
Poi arriviamo in una profonda insenatura dell’isola, dove sono ancorate altre
barche e lì facciamo il nostro primo bagno e aspettiamo la sera…
È la notte di S. Lorenzo e nel buio più totale della baia ci godiamo lo
spettacolo indimenticabile delle stelle cadenti.
La mattina dopo ci alziamo di buon ora per goderci lo spettacolo del sole che a
poco a poco rischiara il mare e sveglia la natura dell’isola quasi disabitata
e perciò ancora intatta.
Tutta la giornata è dedicata al trasferimento verso l’isola d’Elba, la
quale verso l’estremo capo ovest ci accoglie con un vento a raffiche molto
forti che mette fermento tra l’equipaggio e ci costringe a decidere di passare
la notte a Campo dell’Elba invece che a Marciana Marina, troppo sopravento.
Durante la traversata un avvistamento di delfini ci emoziona tutti, anche se
purtroppo non sono in vena di giocare con noi, come altre volte in passato, e
subito si allontanano verso il largo.
Il giorno dopo andiamo a fare rifornimento di acqua e cambusa a Porto Azzurro e
poi salpiamo verso Capraia.
Veleggiamo tutto il pomeriggio e ingaggiamo alcune "sfide" con altre
barche, vincendole tutte e sentendoci molto "Luna Rossa".
La sera buttiamo l’ancora nella baietta davanti al porto di Capraia e
decidiamo di scendere a terra per una buona frittura di pesce. Ma non abbiamo
fatto i conti con il nostro motore del tender: parte di noi rimane bloccata a
terra, mentre l’altra metà decide di non rischiare perché c’è qualcosa
che non funziona e in più si è alzato del vento che potrebbe sospingere al
largo nel buio il leggero gommone.
A questo punto noi rimasti a terra, per di più senza una lira, siamo costretti
a fare "autostop" e finalmente una piccola famigliola ha pietà di noi
e ci accompagna alla nostra barca.
Il giorno dopo si decide di scendere tutti a terra ormeggiando sul molo dei
traghetti e finalmente
ci concediamo la tanta agognata frittura! L’isola è
molto bella e il paesino arroccato sulla collina e dominato da un castello mi fa
dimenticare (ma solo per un momento!) che stiamo "rubando del tempo
prezioso
alla navigazione".
Nel pomeriggio riprendiamo la nostra avventura e dirigiamo la prua alla Corsica
che, data la tersità del cielo, possiamo scorgere in lontananza.
Capo Corso e l’Isola della Giraglia sono per ogni velista una prova di
bravura: quando il vento tira forte, cioè quasi sempre, bisogna veramente avere
in mano la situazione e non si può lasciare nulla al caso.
Ma noi, come sempre fortunati, troviamo una tranquilla brezza che ci sospinge
verso un’isoletta a Nord del porto di
Macinaggio, che insieme alla costa forma
un riparo adatto a passare la notte. Dopo un bagno ristoratore nelle acque
"francesi" ci godiamo il sole che scende dietro le montagne della
Corsica sormontate da pale per l’energia eolica. I diversi piani dell’orizzonte,
dalla spiaggia più vicina , alle colline coltivate e infine alle montagne con
quella luce che comincia a scemare perdono la loro concretezza per passare poco
a poco alla favola, alla irrealtà.
La mattina dopo è già ora di intraprendere il viaggio verso il ritorno. La
prima tappa è nuovamente l’Isola d’Elba, dove ci fermiamo in una baietta a
pranzare e a concederci l’ultimo bagno. Poi prendiamo a bordo il figlio di uno
dei nostri compagni di bordo che era lì in vacanza e lo portiamo a veleggiare
verso Porto Ferraio, dove dobbiamo fare carburante.
Passiamo la notte all’ancora e alle 4 di mattina io e il mio compagno, che è
lo skipper, salpiamo e facciamo rotta verso il Parco dell’Uccellina.
La sera prima avevamo tutti insieme studiato le varie coordinate e preparato la
rotta da seguire nella navigazione notturna. Per me è stata la prima volta, ero
molto emozionata e avevo preparato con molta cura anche il vestiario da
indossare: maglione, cerata, pila frontale …anche se poi l’alba è arrivata
molto presto!
È comunque molto suggestivo partire nel buio profondo, vedere le luci delle
altre barche in lontananza e cercare di capire la loro rotta e la loro
velocità. Eravamo solo noi nella notte, noi e il mare.
Alle 10 siamo arrivati al Parco dell’Uccellina, abbiamo gettato l’ancora e
siamo rimasti a goderci l’ultimo sole.
Il pomeriggio, come annunciato dalle previsioni, si è alzato lo scirocco da sud
ovest e noi abbiamo veleggiato verso l’Argentario, con il fiocco ridotto e una
mano di terzaroli, perché la barca anche così scivolava via veloce.
Siamo tornati a Cala Galera, il punto di partenza del nostro viaggio, e già
sognavamo il giro della Sardegna programmato per l’anno prossimo.
Viviana Ricci
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Il vento rinfresca e
l'equipaggio ha imparato le giuste
manovre e la barca fila verso la meta.
Salpiamo
dal Parco dell'Uccellina
la nostra rotta è a sud all'Argentario dove finirà la nostra
piccola ma bella avventura
A Cala Galera la foto ricordo dell'equipaggio al
completo. |