...il vento, le onde e le montagne, sono sempre dalla parte dei navigatori e scalatori più abili.



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Bepi Hoffe
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Capo Sideros visto da Sud CAPO SIDHEROS

Estrema punta rocciosa a Nord Est di Creta

 

di Bepi Hoffer

...Libero é anche colui che può fare a meno di tutto


...e subito la Natura presenta il conto.

Sabato 27 febbraio 2010. Dopo cinque mesi ad Agios Nikolaos finalmente é giunta l'ora di partire, un velo di emozione a riprendere il mare, le condizioni meteo sono favorevoli, fino a metà pomeriggio é previsto vento da W di 15 nodi. Decidiamo di far "tappa" al porto di Siteia distante quattro ore di navigazione, ci fermeremo un paio di giorni, in attesa che passi la perturbazione in arrivo. Attraversato il golfo, rinforza con un bel SW, basta metà fiocco 2 per filare a 7 nodi. Penso sia un peccato sprecare questa favorevole condizione, ho individuato a Capo Sideros, un ridosso dai venti di SW - NW fino a NE; ottimo, profondità dai 4 agli 11 metri non è dato sapere il tipo di fondale, a SE del ridosso é segnalata una piccola isola: Daskaleia, un panettone di roccia con un diametro forse di 50 metri. Anche la Carla entusiasta, non vediamo l'ora di stare in mezzo alla natura. Verso sera sono previsti 25 nodi da NW, dureranno tutto il giorno seguente e la notte successiva comincerà a calmarsi girando da S a 5 - 10 nodi, ideale per proseguire verso l'ancor lontana Isola di Rodi. Entriamo nella piccola baia a ridosso del Capo, contornata da roccia e scogli, il fondale è sui 20 metri, solo vicino alla minuscola isola Daskaleia, è più basso ma non corrisponde ai dati del "plotter" e della carta è troppo vicino alla piccola isola. Individuo un ghiaione tra le rocce e presumo che lì potremmo trovare meno profondità. Do' fondo sui 12 metri e 55 di catena...mmh! Il fondale é sabbia, a Carla piace pensare con alghe, io temo roccia. Non mi sono mai tenuto cosi vicino al ridosso, ributtare l'ancora, mah; per i venti forti settentrionali sono nella posizione giusta, con acqua libera sottovento, invece con l'Ovest meno acqua, tra l'isola a 300 metri e la costa. Dopo un buon pranzetto comincia ad ululare il vento, la barca prende veloci rincorse di 90° sia a dx che a sx del galleggiante collegato ad un "grippiale" di 20 m. L'albero é dotato di un "Carter" quale contenitore della "Randa" e purtroppo aumenta lo sbandamento della nostra cara Kitalpha. Inizia la guardia. Dopo il tramonto un breve calo di vento, alla prima raffica l'ancora "ara" verso il largo per 150m. poi si blocca. Meglio così. Ricominciano le "alambardate", in una notte di luna piena. Le pareti di roccia creano riverbero da rendere visibilità diurna. Un  vantaggio tranquillizzante rispetto all'isola. Ispeziono la ritenuta alla catena e infatti, la cima che la trattiene, (con apposito "gancio") fissata ad una bitta di prua si sta usurando. Incomincia il NW, meno male anche se è molto più forte e comincia ad esserci più onda. Metto un'altra cima di "riserva", facendo un "Prusik" sulla catena e bloccandola all'altra "bitta" o "galloccia". Rifletto sull'impossibilità di recuperare l'ancora in caso di fuga: Carla non è in grado di stare al timone, tenere la prua al vento a colpi di motore, cercando di far avanzare la barca e men che meno stare in prua, seppur legata, troppo pericoloso. Estraggo dal pozzetto i rimanenti 7m. di catena, taglio la cima che la vincola alla barca, lego una cima di 30m. collegata a un parabordo, all'ultimo anello di catena, ripongo il tutto in modo da non "incattivirsi" nell'eventuale manovra. 
Arrivano i temporali: metto a mare ulteriori "messe a terra". Attivo il GPS e Radar per controllare l'isola. Per 10 minuti la visibilità è quasi zero, lampi senza tuono si susseguono, l'ancora tiene. Vento a raffiche, nubi e schiarite. Benedetta "capote" del pozzetto e riscaldamento. Tutto serve a contrastare: stanchezza e tensione. Il vento cala quasi di colpo. Mezzanotte é passata da poco, ammiro il temporale  fila verso SE. Vedo in mare qua e là sbuffi d'acqua, provocati dalle scariche elettriche. Uno spettacolo. Penso se é il caso di approfittare e prendere il mare, decido di no. L'ancora ha tenuto i 35 nodi, ed é previsto che non smetta fino alla notte successiva. Ritorna il cielo stellato ed anche il vento. Dopo le prime forti raffiche l'ancora ara: prima di mollare tutto, col motore già caldo mi discosto dall'isola che é proprio in asse con noi e il vento. Continua ad arare, la trascino in acqua sempre più profonda e finalmente sottovento all'isola. Penso che fortuna é quasi fatta siamo su un fondale di 49m. Intanto mi metto alla cappa con l'ancora giù, mantenendo la costa ad una distanza di sicurezza. Improvvisamente l'ancora agguanta e con uno strattone gira la barca. L'ECO digitale dà un fondale di innumerevoli spuntoni di roccia conformi anche a un tratto della costa. Beh! Qua ci sentiamo sicuri e con diverse opzioni sul da farsi. Il mare incalza di più ma tutto sommato Kitalpha soffre meno che essere in navigazione. Adesso cominciamo a riposare.  Il giorno e la notte seguenti resistiamo bene e siamo sereni. La mattina del 01 marzo é calma di vento, il galleggiante collegato al grippiale ovviamente é immerso e non si vede, la prua é sulla verticale dell'ancora, la catena tesa al massimo dall'argano; un'onda più forte delle altre fa sobbalzare la prua, sentiamo un colpo; la nostra amata ancora si é disincagliata...presto affiora anche il "parabordo", possiamo proseguire regolarmente il nostro viaggio.

Conclusioni

Il primo errore é stato quello di cambiare improvvisamente un programma ben ponderato senza che vi fossero serie ragioni; Il secondo é stato quello di dar fondo su sabbia in una zona ristretta, affidandosi alle previsioni che davano 25 nodi anzichè 35. Un terzo errore non si poteva fare...Mesti, proseguiamo per l'Isola di Kasos.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il Panettone - Isola di Daskaleia si intravede in primo piano

Carla in guardia...

La costa ove si é incagliata l'ancora

L'ancora é rientrata al suo posto
 

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