...il vento, le onde e le montagne, sono sempre dalla parte dei navigatori e scalatori più abili.

 



 
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Da Porticello PA    a Santa Maria         di Leuca

da metà Luglio a metà agosto 2017

Non cesseremo mai di esplorare.E alla fine della nostra Esplorazione arriveremo là Dove abbiamo cominciato.E per la prima volta Conosceremo il luogo.    (T.S. Eliot) 

Sicilia: San Vito lo Capo visto da Ovest

Se ben ricordo, poco dopo la metà luglio, di buon mattino, lasciavo il porto di Porticello. Ho ritardato perché una ditta ha proposto un'offerta di pannelli solari e me li sono fatti spedire a casa di Stefano. Poi a forza di sapienti che toccano cavi elettrici, il pilota aveva smesso di funzionare. Avevo controllato la resistenza di sicurezza e ai miei occhi sembrava intatta. C'era un tecnico elettronico che si spacciava per mio amico pertanto gli ho commissionato l'intervento. Quando hai bisogno passano i giorni, poi le settimane e nel caso del meccanico, i mesi. Pagando comunque 50€ ora... Alla lunga questo amico, un sabato pomeriggio è arrivato. All'ora ricontrollo la resistenza, perché lui ha una pancia enorme ed è tutto sudato, gliela metto in mano. Cosa risolta perché risultava consumata ai lati. Ero contento. Adesso colleghiamo i pannelli e i limitatori di carica alle batterie o prima mi saldi quei due fili sottili rosicchiati dal topo due anni fa? Prima offrimi un bicchierino di Zibibo. OK. All'ora il resto lo facciamo lunedì mattina col fresco. Va bene. E' rimasto a finire la bottiglia e l'ho aiutato a scendere. Non l'ho più visto. Mi sono fatto coraggio e ho istallato i pannelli e funzionano bene. I tecnici ci sono ma se compri da loro, altrimenti a montarli, guadagnano troppo poco. In seguito l'ho cercato al telefono per saldare il dovuto: beh..mandami 50€ sulla carta PayPal delle poste, ti mando foto della carta per WhatsApp. Ok. Meno male che mi sono arrangiato con il resto del lavoro.
Ritornando a Kitalpha, superato Capo Zafferano e Capo Gallo a motore, il vento rinfresca da N e mi accompagnava a vele spiegate fino a Trapani. Accostavo dai soliti amici pescatori che in questa occasione, ci conoscevamo perché erano di Porticello. Nell'attesa, Claudio e Giuseppe ritornavano a casa e io osservavo che tutto andasse bene durante la loro assenza. In cambio ritiravano, per me, presso un rivenditore di Porticello un alternatore nuovo dovutomi perché quello riconsegnato guasto era in garanzia. Aspettammo diversi giorni che si calmasse il mare e il vento in rotazione e che arrivasse da N. Io per fare tutta una tirata fino a Lampedusa e loro per andare a pescare nelle Egadi. L'idea di andare a Lampedusa è nata, perché Carlo mi aveva descritto quel bel luogo, pensato anche interessante  per svernare.  Infatti lui era già li, per un convegno, era partito con la sua barca quindici giorni prima, con: suo figlio e Stefano come equipaggio. Contenti, mi avevano riconfermato la loro opinione. Il giorno successivo al mio arrivo a Trapani,  andai al ristorante della Lega Navale e lì, conobbi Massimiliano da Brescia. Parlando del più e del meno mi informava che a Ravenna propongono un'ottima offerta per lasciare la barca nella stagione invernale. Questa cosa mi è rimasta in testa. Ci salutammo e quando il vento ha girato a NW sono ripartito portandomi sottovento a Favignana per evitare tutti i bassi fondali, compresi quelli di Marsala e, non pensarci più. Il mare era ben formato ma in miglioramento. A tempo perso mi sono misurato la pressione: 95 di minima. Va beh.. prendo una mezza pillola di diuretico. Dopo un splendido tramonto, riduco un po' la velatura e mi appresto a un riposino in pozzetto, sulla mia piccola ma comoda sedia a sdraio  con tanto di sveglia nel caso mi addormentassi. Verso le 22.00 mi ricordo della pressione. Controllo ed è sempre a  95. Mi trovo a 10M al largo di Mazara del Vallo. Penso che se la mia pressione è così con un mare che non da problemi, immaginarsi se fosse impegnativo. Viro di 90° a sx e dò vela fin fuori dal porto di Mazara dove alla LN mi aspettano per l'attracco alle 00.30, informati dalla C.P.
In quelle due ore, ho fatto il punto della mia reale situazione e imprevedibilmente ho deciso di prendere la via di casa. In questa decisione mi ritrovo: in alpinismo, mi allenavo con entusiasmo per raggiungere un obiettivo al quale tenevo molto ma bastava non quadrasse qualcosa che all'improvviso decidevo per la soluzione più sicura, anche quella di ritornare indietro.. Di esempi ne ho tanti e sono stato sempre contento di averlo fatto. In tanti casi dovevo considerare le capacità di chi mi seguiva.
Al nuovissimo grande ospedale è stato come non andarci, non mi dava tanta fiducia. Ho capito perché al pronto soccorso c'ero solo io. Così ho proseguito per Sciacca.

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Sciacca, Licata, Scoglitti, Porto Palo e Siracusa

All'alba di sabato 29 luglio lascio il porto di Mazzara del Vallo . Il vento è favorevole ad armare le vele a farfalla. Lascio dondolare Kitalpha e faccio il casalingo: metto in ordine la barca, faccio i lavori di casa. Dalla mia comoda mini sdraio, leggo e osservo la costa con il binocolo. L'ottima andatura mi spingerà fino alla vicina Sciacca. Contattata la LN mi confermano il posto barca gratis per un giorno, ed entro in porto. La prima impressione è pessima. Un grande agglomerato di case incombe sul porto peschereccio, fa troppo caldo. La sede della Lega Navale è bella ampia e ombreggiata. Sono ben organizzati e mi riprendo anche grazie alla bottiglia d'acqua, con sali minerali sempre in mano. Per cenare mi indicano due ristoranti vicini ma aimè tutto prenotato. Sigh...Irte scalinate si inerpicano su verso la città, in stile, dicono: moresco, normanno e spagnolo. Tutto sudato giungo su un'ampia piazza con vista mare. Però carino...Poi piccole e strette vie si dipartono in ogni direzione. Ovviamente tutto pieno di gente anche per la sottostante attività vulcanica, fonte di un florido turismo termale sia locale che straniero. Sembra che i suoi vapori siano benefici.
Domenica 30 riparto presto presto. ll sole deve ancora far capolino. A Licata sono 50 miglia. Non ho voglia di fermarmi a Porto Empedocle e visitare il sito archeologico di Agrigento. Troppo caldo. Tra tanta natura, le ore trascorrono lentamente. Il binocolo mi mostra parti di costa non abitata e sempre più bella. Grande Sicilia. Verso sera giungo a Licata. Entro in porto. Da una parte è riservato ai soli pescherecci, un altro braccio a navi commerciali e dall'altra le barche da diporto. Nonostante vi sia una legge che prevede di mantenere alcuni posti barca per il transito, contatto la CP ma rispondono senza appello, di rivolgersi al marina... Pensavo di trovare il cantiere navale costruttore del peschereccio del mio amico Nino di Porticello e usufruire della loro ospitalità, affiancandomi a qualche peschereccio. Sigh.. Bah...è andata così. Comunque è una cittadina modesta, fatta di un povero barocco ma piacevole. In estate tutti si riversano nei pressi del porto dai numerosi ristorantini, trattorie, bar e bancarelle.
Lunedì 31 riparto pensando di fermarmi alla Lega di Gela. Contatto la sezione e gentilmente mi rispondono che il porticciolo è momentaneamente insabbiato. Proseguo con un discreto vento portante ma con un sole a ponente, basso e cocente. Aggiungo al tendalino un lenzuolo tenuto allo stesso con delle mollette per ombreggiare il pozzetto e non bruciarmi le gambe. Il vento portante, non é un gran che e la barca avanza con esso... pertanto ventilazione reale uguale a zero.   Al calar del sole calo l'ancora nei bassi fondali del golfo tra il porto di Scoglitti, col grazioso borgo di pescatori e Capo Scalambri. Come quasi sempre in queste condizioni meteo mentre il sole scompare dall'orizzonte rinfresca la brezza di terra e poi nel buio, tutto tace. E' uno dei momenti nei quali ti senti ancora più solo con tesso. Da una parte piace e dall'altra, è quasi troppo.
Di buon mattino, il primo di agosto, mentre si scalda il motore salpo l'ancora, imposto la rotte a l'autopilota e faccio i lavori di casa, quasi giornalieri... Arrivato all'ingresso del porto di Pozzallo accosto dando precedenza ad un traghetto diretto a Malta e intanto provo a contattare la LN locale senza ottenere risposta. Decido di non avventurarmi nel piccolo porticciolo riservato al diporto anche perché non vedevo barche ormeggiate di discrete dimensioni. Proseguo per Porto Palo che è anche un buon ridosso. Avvicinandomi verso Capo Passero il vento contrario aumenta. Supero di Bolina stretta e motore l'Isola delle Correnti. Giunto più a ridosso si scorge subito l'ingresso all'ampia baia di Porto Palo dove entro, come indica il portolano, per via dei bassi fondali e do fondo all'ancora. 
La baia e il meteo si prestano ad un tranquillo riposo. Qua si tratta di aspettare lo spiffero d'aria giusta, atta spingermi in quel di Siracusa. Aspetto un paio di giorni. Il pomeriggio del terzo giorno mi sembra buono. Il vento a 20 nodi da Ponente persiste e mi troverò sottovento protetto da terra. Comunque anche dovesse calare, conviene partire. Nei giorni successivi sono previsti venti settentrionali e mi troverei qua inchiodato. Col vento in poppa giungo rapidamente e doppio l'isola di Capo Passero con il rispettivo capo e mi godo la veleggiata con vento che varia da gran lasco,
lasco e traverso. Al tramonto un breve rinfrescata del vento che in precedenza aveva un po'  ceduto mi accontenta . A notte inoltrata è più leggero. Mantengo una distanza di sicurezza dalla costa per evitare invisibili reti dei pescatori e faccio rotta non troppo stretta su l'ingresso dell'ampia baia a ridosso di Siracusa e dell'Isola di Ortigia. Arrivo a notte fonda. Partendo a metà pomeriggio, mi sono fatto una bella veleggiata, goduto il solito ma sempre suggestivo tramonto, il successivo crepuscolo con il firmamento a far capolino. La notte è stellata e tiepida. Devo ricordarmi di questi momenti e dirmi " ne è valsa la pena". Entro a motore sui bassi fondali che costeggiano il porto. E' la notte tra il 3 e il 4 di agosto. La lunga banchina portuale di Ortigia, col viale alberato, sovrastata da antichi palazzi è tutta illuminata. Gelaterie, musica e tantissime persone in passeggiata, godono anch'esse l'estate siciliana. Sono stanco. Scelgo un angolo più tranquillo e contento, calo l'ancora su un fondale di 7 metri.        

 
Il porto è come raggiungere un rifugio di montagna. Più lunga e stancante è la camminata più ci si sente contenti di essere arrivati Siracusa 04 agosto 2017
Non mi scoraggio, perché ogni tentativo sbagliato scartato è un altro passo avanti Thomas Edison

Raggiungere il porto è come arrivare a un rifugio di montagna. Più lunga e stancante è la camminata più ci si sente contenti di essere arrivati. Diverso è dall'arrivare in vetta dopo un'arrampicata, perché ti aspetta sempre da fare la via del ritorno che anch'essa, può essere più o meno impegnativa.
La città di Siracusa è splendida e anche la sua gente è ospitale. Il 4 di agosto la ritrovo in piena  efficienza per fronteggiare l'alta stagione. La CP mi assegna un posto in banchina così ho modo di fare cambusa e vivere l'atmosfera vacanziera. I vicini di barca si susseguono e istauro brevi ma simpatici rapporti interpersonali. I primi amici conosciuti erano maltesi: Melanie con suo marito, campione sportivo e un figlio; Saliba con marito  e figlia. Si, ricordo solo i nomi di donna ma, perché mi rapportavo con loro che conoscevano l'Italiano. I primi navigavano su un bel motoscafo gli altri su una barca a vela. Mi avevano suggerito di andare a Malta ma la mia decisione ponderata l'avevo presa. Quell'isola, conosciuta in viaggio di nozze, a seguito delle loro informazioni, non è così costosa come avevo pensato. Ad ogni incontro si aprono mondi diversi e interessanti. Il marito di Melanie è un campione di accelerazione da fermo, con macchine da corsa. Del suo sport ne ha fatto un lavoro. Tutte persone che riescono a vivere la vita in base alle loro possibilità, anche loro in pace con tutti. Poi ho conosciuto Pino e sua moglie Cettina, erano su una barca a vela: Alubat bene attrezzata per il giro del mondo. Infatti Pino era partito da solo, arrivato in Spagna é ritornato indietro per la gioia dei suoi cari. Penso comunque che l'esperienza di prepararsi, partire da solo con determinazione e poi rinunciare, per lui, é valso intimamente più che fare tutto il resto. Di fronte alla banchina assegnataci quale ormeggio, ci sono una fila di gelaterie e bar. Tutti con musica a palla fino le 04.00 di mattina. Pertanto
alternavo il mio ormeggio con lo stare alla fonda e anche presso la locale Lega Navale. Lì ho conosciuto Daniele con moglie e figlioletta. Esso è presidente della LN di Porto Cesareo. Era ben informato sulle varie LN che in seguito avrei incontrato. Infatti, grazie alle sue info mi sono fermato a Le Castella, altrimenti l'avrei saltato. Ci rincontreremo anche nel proseguo del nostro viaggio. Il caldo è quasi insostenibile, stai un po in acqua ma conta poco. Bevo quattro litri di acqua al giorno. Un pomeriggio poco più in là del mio ormeggio è arrivato un bel Baltic di 18 m. con skipper esperto e armatore con due ospiti. La terza sera di ormeggio vanno a cena mentre lo skipper sistema la barca. Pulisce bene il ponte e mette le sue belle scarpe nuove in banchina ai piedi della passerella per scendere. Io sono seduto su una poltroncina della gelateria di fronte con un gelato. Noto un uomo passare vicino alle scarpe, le guarda, ritorna indietro e si siede su una grande bitta fuori dalla barca. Guarda da una parte poi dall'altra e tiene d'occhio anche lo skipper. Mi sono sentito il solito sospettoso che pensa male e mi distraggo. Ritorno a guardare e vedo risalire lo skipper da sotto coperta e scendere dalla barca per andare a cena. Lo vedo allargare le braccia, guardare a dx e a sx ma le scarpe non cerano più.
L'ospedale locale é abbastanza ben considerato pertanto approfitto per verificare la mia situazione. Tutto bene. Pertanto attendo le condizioni per ripartire. Vorrei fare rotta direttamente su Roccella Ionica ma l'anticiclone ben stabilizzato se in una zona da condizioni accettabili dall'altra sono contrarie. Nel pomeriggio del 18 agosto è prevista l'attenuazione della corrente marina che scende dallo Stretto di Messina e sale da S un filo d'aria e al largo lungo la rotta nel corso della mattina seguente, verso la Calabria, sembra non vi siano correnti contrarie. Alle 18.00 finalmente riparto contento di lasciare finalmente il porto. L'aria non aiuta un gran ché ma almeno non è contraria. Ben presto giunge il tramonto, mi sembra di rinascere. Seguo una via di mezzo tra il largo e il Nord. Al crepuscolo le luci di Siracusa sono lontane e scorgo quelle di Augusta e più su in lontananza Catania. Il cielo si riempie di stelle e della costa ormai lontana rimane la corona di tenui lumi destinati a tramontare anch'essi tra poche ore. Prima dell'alba scorgo il faro di Capo Spartivento. Un filo di animo lieto nello scorgere quella luce Calabra. Sono in rotta su Roccella Jonica. Arriverò piano piano verso sera, il giorno 19. Nei pressi del porto che, sopra pensiero, chiamo via radio. Risponde un addetto dai modi sbrigativi. Mi desto dalla monotonia del viaggio e dal senso di pace che dona la natura. Verifico al binocolo la situazione, il porto è pieno zeppo e in un luogo abbastanza distante dal paese. Senza timidezza chiedo via radio il costo dell'ormeggio. Con una voce da generale il direttore mi chiede se voglio sapere il prezzo o l'ormeggio. Di colpo il mio risveglio è completo e così mi metto alla fonda poco distante dal porto in una quiete naturale. Il mattino seguente ripartirò presto.      

 

 

 

 

 

 

CALABRIA
Le Castella

20 agosto 2017

La mattina del 20 agosto, mi sveglio quando il sole comincia a illuminare il cielo. A terra tutto tace, faccio colazione in un silenzio assoluto. L'ambiente circostante è incantato da una notte senza vento e mare. L'acqua è cristallina. Metto in moto il motore e mentre si riscalda salpo l'ancora. Faccio rotta su Punta Stilo mantenendo una batimetrica sui 50 metri, tanto per non aggirare troppo largo, e ammirare questa bella costa calabra. L'immagine che ritrae un tratto di costa l'ho fatta dalle parti di tale Punta dove inizia il Golfo di Squillace, il quale avrebbe ampie spiagge e un entroterra ricco di pittoreschi paesini e bei paesaggi. Tale Golfo termina con Capo Rizzuto, dove, quattro cinque miglia prima si trova Le Castella, prossimo mio punto di arrivo dopo aver percorso le 50M previste. In tarda mattinata un po' d'aria da SW iniziava a gonfiare le vele. Vari i tentativi di guadagnare mezzo nodo come tangonare il Genoa e mettere la Randa a Farfalla o chiudere la Randa e usufruire del solo Genoa in relazione per il variare dell'asse del vento. Altri momenti era utile procedere a vela e motore, mantenendo così la media senza sprecare troppe energie, in un caldo torrido anche per il fatto che la barca avanzava spesso alla velocità del vento proveniente da poppa. Una strana estate per navigare nel senso che questo anticiclone ampio e stabilizzato non da accesso a perturbazioni lati da creare aria in movimento. Un'ora prima di giungere in porto un colpo di vento di 20 - 25 nodi, determinato da un temporale nella ben distante Catanzaro. Peccato fosse venuto prima... era meglio.  Ormai sono nei pressi del porto. Contatto la LN locale entro con cautela tra i bassi fondali di Le Castella  Marina di Capo Rizzuto. Ridosso eccellente nella darsena N. Recuperate un po' di energie e di info, prenoto una meritata cenetta di pesce e, intanto che aspetto aprano la cucina, visito questo posticino, meritevole di uno scalo. Il castello aragonese è un bel colpo d'occhio e il luogo è abbastanza attrezzato per affrontare la notevole richiesta turistica. Fa parte dell'area marina protetta dello splendido Capo. La mattina del giorno successivo (21) incrocio in banchina Daniele conosciuto a Siracusa. Mi presenta gli amici che doveva incontrare, provenienti da Pisa con la barca comprata da poco. Anche la loro destinazione è la LN  di Porto Cesareo della quale Daniele è presidente.
Il luogo comincia a starmi stretto e il diritto all'ormeggio gratuito è terminato. Così mercoledì 23 mattina lascio il porto e mi metto all'ancora a ridosso di Capo Rizzuto.  Fuori il vento è fresco e contrario. Le previsioni lo darebbero in rotazione. Attendo tranquillo e quando nel pomeriggio si quieta doppio il capo e poco dopo anche quello di Capo Colonna. Dal mare ammiro lo splendido ambiente: Isola Capo Rizzuto; in parte protetto...comunque di un turismo abbastanza  esclusivo. Verso sera giungo alla LN di Crotone dove ritrovo il gruppo di amici diretti a Porto Cesareo. Crescono i nostri rapporti interpersonali. Intanto in banchina conosco Fausto il quale fa parte di un gruppo di cinque persone, residenti a Ravenna. Partiti con la barca da Trapani per trasferirla nel mio stesso marina. Faccio conoscenza con tutto il simpatico e ben affiatato gruppo. Il meteo non promette venti favorevoli. Con vento contro non ho nessuna intenzione di attraversare il Golfo di Taranto e nemmeno di bordeggiare. A costo di finire a Taranto e poi risalire a Leuca. Tanto ho tutto il tempo che voglio. Nel golfo vi sono diverse LN.
Il giorno 24 mattina, un sito meteo dice una cosa e uno de dice un'altra e a volte, ha ragione uno e a volte l'altro. All'ora consulti altri siti web di fiducia fino a che non sai più a chi credere. Alle ore 15.00 alcuni, siti meteo, vengono aggiornati. Verso le 05.00 di domani darebbero dai 20 ai 30 nodi da NW nel golfo. Su questo tutti i meteo web sono concordi. E se poi gira da N? Va bene, bolino di trinchetta ma tra onda, deriva e scarroccio, potrei trovarmi sottovento a Leuca a fare un sacco di miglia e quel che è peggio spendere energie. Gli amici di Ravenna decidono di fare rotta su Gallipoli. Io alle 17.00 lascio gli ormeggi e decido di risalire 20M a N di Crotone, puntando su Cirò Marina da trovarmi in asse vento. La compagnia di Daniele salperanno poco dopo e mi supereranno strada facendo. Per loro quella di Cirò è l'unica opzione buona.
Alle 22.00 circa arriverò in quel porto dai bassi fondali. Mi metto all'inglese al posto di un peschereccio e trovo gli amici di Pisa a darmi, gentilmente, volta alle prime cime di ormeggio. Fatti due passi per vedere questo piccolo paese, dove il clima vacanziero è amplificato. Ritorno sui miei passi e ricomincio a respirare aria quieta. L'altro gruppo stanno già riposando, penso che domani partiranno presto. Mangio qualcosa di leggero e mi metto a dormire.

Il venerdì 25 agosto alle 06 sono sveglio mi preparo con calma. Fuori c'è vento. A poppa un grosso peschereccio ha ormeggiato questa notte. Dovevo essere proprio stanco per non averlo sentito. Alle 07.00 esco dal porto. Come sempre la giornata è splendida in più il vento si preannuncia portante. Leuca è a 61M con rotta 63°. Kitalpha prosegue sempre più allegra. Metto a segno la velatura, più sottoinvelato che altro. Allontanandomi dalla costa rinfresca sempre più.
A metà mattinata si stabilizza e proseguiamo più tranquilli a 5-6 nodi. La vista mare a 360° mi pone in uno stato di benessere. Basta uno sguardo intorno ogni tanto e ti gusti quella indefinibile pienezza di sentirsi veramente nell'ambiente naturale con le condizioni che ti fanno sentire di avere la situazione in mano, perchè dovessero cambiare, hai le opzioni favorevoli per ogni situazione. La "resilienza"porta a questo stato di benessere. Nel pomeriggio il vento cala, proseguo a 2-3 nodi. Atterrare di notte a Leuca non è un problema anzi, se mi affianco a qualche peschereccio non lo nota nessuno. Si, perché in certi porti la CP fa valere un'ordinanza locale e ti obbliga ad andare in marina. Quando sono a una ventina di miglia metto in moto MD22 Volvo Penta 60 hp e proseguo. Arriverò in porto alle 22.00. Mi affianco ad una imbarcazione sequestrata e visto che non sono stanco cerco un ristorantino ma ritorno presto nel mio sicuro rifugio. Ieri ero arrivato a Cirò stanco morto per meno di 5 ore di navigazione e qua ne ho impiegate 15. Probabilmente l'avvicinamento a Cirò, porto ristretto con bassi fondali e scarsa visibilità, mi è costato più fatica. Ho trovato Santa Maria di Leuca trasformata. In altre occasioni avevo scelto  di non fermarmi. Così dopo 10 anni di espansione turistica, é in grado di rispondere discretamente alle esigenze del mercato. Presso il porto fu costruita, durante il governo Mussolini, una monumentale scalinata,  a rappresentare una sorta di solenne ingresso in Italia.   La zona é costellata da numerose ville affacciate sul mare. Con mare calmo, lungo le circostanti scogliere di roccia calcarea, un via vai di barchini turistici a visitare l'esplorabili grotte imponenti.
La mattina di sabato 26 agosto, tolgo il disturbo e mi dirigo verso Otranto. Il mare è calmo, costeggio l'alta scogliera fino a ché mi affaccio sull'Adriatico.  Vento e corrente contraria con onda troppo forte. Impiego poco a decidere di ritornare indietro e mettermi all'ancora fuori dal porto, aspettando il momento buono.

   
 
   

 
   
   
   

 
   

 

 
   

 
   
   
   

 
   
   
   

 
   
   
   

 
   

 

 

 

 Inizio anno  2017

Diario di bordo 

Da Santa Maria di Leuca a Ravenna