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Bepi Hoffer
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Da Porticello PA a Santa Maria di Leuca
da metà Luglio a
metà agosto 2017 |
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Non cesseremo mai di esplorare.E alla
fine della nostra Esplorazione arriveremo là
Dove abbiamo cominciato.E per la prima volta
Conosceremo il luogo.
(T.S. Eliot)
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Sicilia: San Vito lo
Capo visto da Ovest
Se ben ricordo, poco dopo la metà luglio, di buon mattino,
lasciavo il porto di Porticello. Ho ritardato perché una ditta ha proposto un'offerta di pannelli solari e me li sono
fatti spedire a casa di Stefano. Poi a forza di sapienti che
toccano cavi elettrici, il pilota aveva smesso di funzionare.
Avevo controllato la resistenza di sicurezza e ai miei occhi
sembrava intatta. C'era un tecnico elettronico che si spacciava
per mio amico pertanto gli ho commissionato l'intervento. Quando
hai bisogno passano i giorni, poi le settimane e nel caso del
meccanico, i mesi. Pagando comunque 50€ ora... Alla
lunga questo amico, un sabato pomeriggio è arrivato. All'ora
ricontrollo la resistenza, perché lui ha una pancia enorme ed è
tutto sudato, gliela metto in mano. Cosa risolta perché
risultava consumata ai lati. Ero contento. Adesso colleghiamo i
pannelli e i limitatori di carica alle batterie o prima mi saldi
quei due fili sottili rosicchiati dal topo due anni fa? Prima
offrimi un bicchierino di Zibibo. OK. All'ora il resto lo
facciamo lunedì mattina col fresco. Va bene. E' rimasto a finire
la bottiglia e l'ho aiutato a scendere. Non l'ho più visto. Mi
sono fatto coraggio e ho istallato i pannelli e funzionano bene.
I tecnici ci sono ma se compri da loro, altrimenti a montarli, guadagnano
troppo poco. In seguito l'ho cercato al telefono per saldare il
dovuto: beh..mandami 50€ sulla carta PayPal delle poste, ti
mando foto della carta per WhatsApp. Ok. Meno male che mi sono
arrangiato con il resto del lavoro.
Ritornando a Kitalpha, superato Capo Zafferano e Capo Gallo a
motore, il vento rinfresca da N e mi accompagnava a vele
spiegate fino a Trapani. Accostavo
dai soliti amici pescatori che in questa occasione, ci
conoscevamo perché erano di Porticello. Nell'attesa, Claudio
e Giuseppe ritornavano a casa e io osservavo che tutto andasse
bene durante la loro assenza. In cambio ritiravano, per me,
presso un rivenditore di Porticello un alternatore nuovo
dovutomi perché quello riconsegnato guasto era in garanzia. Aspettammo diversi
giorni che si calmasse il mare e il vento in rotazione e che arrivasse
da N. Io per fare tutta
una tirata fino a Lampedusa e loro per andare a pescare nelle
Egadi. L'idea di andare a Lampedusa è nata, perché Carlo
mi aveva descritto quel bel luogo, pensato anche interessante
per svernare. Infatti lui era già li, per un convegno, era
partito con la sua barca quindici giorni prima, con: suo figlio e
Stefano come equipaggio. Contenti, mi avevano riconfermato la
loro opinione. Il giorno successivo al mio arrivo a
Trapani, andai al ristorante della Lega Navale e lì,
conobbi Massimiliano da Brescia.
Parlando del più e del meno mi
informava che a Ravenna propongono un'ottima offerta per
lasciare la barca nella stagione invernale.
Questa cosa mi è
rimasta in testa. Ci salutammo e quando il vento ha girato a NW
sono ripartito portandomi sottovento a Favignana per evitare
tutti i bassi fondali, compresi quelli di Marsala e, non
pensarci più. Il mare era ben formato ma in miglioramento. A
tempo perso mi sono misurato la pressione: 95 di minima. Va beh..
prendo una mezza pillola di diuretico. Dopo un splendido
tramonto, riduco un po' la velatura e mi appresto a un riposino
in pozzetto, sulla mia piccola ma comoda sedia a sdraio
con tanto di sveglia nel caso mi addormentassi. Verso le 22.00
mi ricordo della pressione. Controllo ed è sempre a 95.
Mi
trovo a 10M al largo di Mazara del Vallo. Penso che se la mia
pressione è così
con un mare che non da problemi, immaginarsi se fosse
impegnativo. Viro
di 90° a sx e dò vela fin fuori dal porto di Mazara dove alla LN mi
aspettano per l'attracco alle 00.30, informati dalla C.P.
In quelle due ore, ho fatto il punto della mia reale situazione
e imprevedibilmente ho deciso di prendere la via di casa. In
questa decisione mi ritrovo: in alpinismo, mi allenavo con
entusiasmo per raggiungere un obiettivo al quale tenevo molto ma
bastava non quadrasse qualcosa che all'improvviso decidevo per
la soluzione più sicura, anche quella di ritornare indietro.. Di
esempi ne ho tanti e sono stato sempre contento di averlo fatto.
In tanti casi dovevo considerare le capacità di chi mi seguiva.
Al nuovissimo grande ospedale è stato come non andarci, non mi
dava tanta fiducia. Ho capito perché al pronto soccorso c'ero
solo io. Così ho proseguito per
Sciacca.
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IMMAGINI CORRELATE
VIDEO
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Sciacca,
Licata, Scoglitti, Porto Palo e Siracusa
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All'alba
di sabato
29 luglio lascio il porto di Mazzara del Vallo . Il vento è
favorevole ad armare le vele a farfalla. Lascio dondolare Kitalpha
e faccio il casalingo: metto in ordine la barca, faccio i lavori
di casa. Dalla mia comoda mini sdraio, leggo e osservo la costa
con il binocolo. L'ottima andatura mi spingerà fino alla vicina
Sciacca. Contattata la LN mi confermano il posto barca gratis
per un giorno, ed entro in porto. La prima impressione è
pessima. Un grande agglomerato di case incombe sul porto peschereccio,
fa troppo caldo. La sede della Lega
Navale è bella ampia e ombreggiata.
Sono ben organizzati e mi
riprendo anche grazie alla bottiglia d'acqua, con sali minerali
sempre in mano. Per cenare mi indicano due ristoranti vicini ma
aimè tutto prenotato. Sigh...Irte scalinate si inerpicano su verso
la città, in stile, dicono: moresco, normanno e
spagnolo. Tutto sudato giungo su un'ampia piazza con vista mare.
Però carino...Poi piccole e strette vie si dipartono in ogni
direzione. Ovviamente tutto pieno di gente anche per la
sottostante attività vulcanica, fonte di un florido turismo
termale sia locale che straniero. Sembra che i suoi vapori siano
benefici.
Domenica 30 riparto presto presto. ll sole deve ancora far
capolino. A Licata sono 50 miglia. Non ho voglia di fermarmi a
Porto Empedocle e visitare il sito archeologico di Agrigento.
Troppo caldo. Tra tanta natura, le ore trascorrono lentamente. Il binocolo
mi mostra parti di costa non abitata e sempre più bella. Grande
Sicilia. Verso sera giungo a Licata. Entro in porto. Da una
parte è riservato ai soli pescherecci, un altro braccio a navi
commerciali e dall'altra le
barche da diporto. Nonostante vi sia
una legge che prevede di mantenere alcuni posti barca per il
transito, contatto la CP ma rispondono senza appello,
di rivolgersi al marina... Pensavo di trovare il cantiere navale costruttore del
peschereccio del mio amico Nino di Porticello e usufruire della
loro ospitalità, affiancandomi a qualche peschereccio. Sigh.. Bah...è
andata così. Comunque è una cittadina modesta, fatta di un
povero barocco ma piacevole. In estate tutti si riversano nei
pressi del porto dai numerosi ristorantini, trattorie, bar e
bancarelle.
Lunedì 31 riparto pensando di fermarmi alla Lega di Gela.
Contatto la sezione e gentilmente mi rispondono che il
porticciolo è momentaneamente insabbiato. Proseguo con un
discreto vento portante ma con un sole a ponente, basso e
cocente. Aggiungo al tendalino un lenzuolo tenuto allo stesso
con delle mollette per ombreggiare il pozzetto e non bruciarmi
le gambe. Il vento portante, non é un gran che e la barca avanza
con esso... pertanto ventilazione reale uguale a zero. Al calar del sole
calo l'ancora nei bassi fondali
del golfo tra il porto di Scoglitti, col grazioso borgo di pescatori e Capo Scalambri.
Come quasi sempre in queste condizioni meteo mentre il sole
scompare dall'orizzonte rinfresca la brezza di terra e poi nel
buio, tutto tace. E' uno dei momenti nei quali ti senti ancora
più solo con tesso. Da una parte piace e dall'altra, è quasi
troppo.
Di buon mattino, il primo di agosto, mentre si scalda il motore
salpo l'ancora, imposto la rotte a l'autopilota e faccio i
lavori di casa, quasi giornalieri... Arrivato all'ingresso del
porto di Pozzallo accosto dando precedenza ad un traghetto
diretto a Malta e intanto provo a contattare la LN locale senza
ottenere risposta. Decido di non avventurarmi nel piccolo
porticciolo riservato al diporto anche perché non vedevo barche
ormeggiate di discrete dimensioni. Proseguo per Porto Palo che è
anche un buon ridosso. Avvicinandomi verso Capo Passero il vento
contrario aumenta. Supero di Bolina stretta e motore l'Isola
delle Correnti. Giunto più a ridosso si scorge subito l'ingresso
all'ampia baia di Porto Palo dove entro, come indica il
portolano, per via dei bassi fondali e do fondo all'ancora.
La baia e il meteo si prestano ad un tranquillo riposo. Qua si
tratta di aspettare lo spiffero d'aria giusta, atta spingermi in
quel di Siracusa. Aspetto un paio di giorni. Il pomeriggio del
terzo giorno mi sembra buono. Il vento a 20 nodi da Ponente
persiste e mi troverò sottovento protetto da terra. Comunque
anche dovesse calare, conviene partire. Nei giorni
successivi sono previsti venti settentrionali e mi troverei qua
inchiodato. Col vento in poppa giungo
rapidamente e doppio l'isola di Capo Passero con il rispettivo
capo e mi godo la veleggiata con vento che varia da gran lasco,
lasco e traverso. Al tramonto un breve rinfrescata
del vento che in precedenza aveva un po' ceduto mi
accontenta . A notte
inoltrata è più leggero. Mantengo una distanza di sicurezza
dalla costa per evitare invisibili reti dei pescatori e faccio
rotta non troppo stretta su l'ingresso dell'ampia baia a ridosso di
Siracusa e dell'Isola di Ortigia. Arrivo a notte fonda. Partendo
a metà pomeriggio, mi sono fatto una bella veleggiata, goduto il
solito
ma sempre suggestivo tramonto, il successivo crepuscolo
con il firmamento a far capolino. La notte è stellata e tiepida.
Devo
ricordarmi di questi momenti e dirmi " ne è valsa la pena".
Entro a motore sui bassi fondali che costeggiano il porto. E' la
notte tra il 3 e il 4 di agosto. La lunga banchina portuale di Ortigia,
col viale alberato, sovrastata da antichi palazzi è tutta
illuminata. Gelaterie, musica e tantissime persone in
passeggiata, godono anch'esse l'estate siciliana. Sono stanco.
Scelgo un angolo più tranquillo e contento, calo l'ancora su un
fondale di 7 metri.
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Il
porto è come raggiungere un rifugio di montagna. Più lunga e stancante è
la camminata più ci si sente contenti di essere arrivati |
Siracusa
04 agosto 2017 |
Non mi scoraggio,
perché ogni tentativo sbagliato scartato è un altro passo avanti
Thomas Edison |
Raggiungere
il porto è come arrivare a un rifugio di montagna. Più lunga e
stancante è la camminata più ci si sente contenti di essere
arrivati. Diverso è dall'arrivare in vetta dopo un'arrampicata,
perché ti aspetta sempre da fare la via del ritorno che
anch'essa, può essere più o meno impegnativa.
La città di Siracusa è splendida e anche la sua gente è
ospitale. Il 4 di agosto la ritrovo in piena efficienza
per fronteggiare l'alta stagione. La CP mi assegna un posto in
banchina così ho modo di fare cambusa e vivere l'atmosfera
vacanziera. I vicini di barca si susseguono e istauro brevi ma
simpatici rapporti interpersonali. I primi amici conosciuti
erano maltesi: Melanie con suo marito, campione sportivo e un
figlio; Saliba con marito e figlia. Si, ricordo solo i
nomi di donna ma, perché mi rapportavo con loro che conoscevano
l'Italiano.
I primi navigavano su un bel motoscafo gli altri
su una barca a vela. Mi avevano suggerito di andare a Malta ma
la mia decisione ponderata l'avevo presa. Quell'isola, conosciuta in viaggio di
nozze, a seguito delle loro informazioni, non è così costosa come
avevo pensato. Ad ogni incontro si aprono mondi diversi e
interessanti. Il marito di Melanie è un campione di
accelerazione da fermo, con macchine da corsa. Del suo sport ne
ha fatto un lavoro. Tutte persone che riescono a vivere la vita
in base alle loro possibilità, anche loro in pace con tutti. Poi
ho conosciuto Pino e sua moglie Cettina, erano su una barca a vela: Alubat bene attrezzata
per il giro del mondo. Infatti Pino era partito da solo,
arrivato in Spagna é ritornato indietro per la gioia dei suoi
cari. Penso comunque che l'esperienza di prepararsi, partire da
solo con determinazione e poi rinunciare, per lui, é valso
intimamente più che fare tutto il resto. Di fronte alla banchina
assegnataci quale ormeggio, ci sono una fila di gelaterie e bar.
Tutti con musica a palla fino le 04.00 di mattina. Pertanto
alternavo
il mio ormeggio con lo stare alla fonda e anche presso
la locale Lega Navale. Lì ho conosciuto Daniele con moglie
e figlioletta. Esso è presidente della LN di Porto Cesareo.
Era ben informato sulle varie LN che in seguito avrei
incontrato. Infatti, grazie alle sue info mi sono fermato a Le Castella, altrimenti l'avrei saltato. Ci rincontreremo anche nel proseguo del nostro viaggio.
Il caldo è quasi insostenibile, stai un po in acqua ma conta
poco. Bevo quattro litri di acqua al giorno. Un pomeriggio poco
più in là del mio ormeggio è arrivato un bel Baltic di 18 m. con
skipper esperto e armatore con due ospiti. La terza sera di
ormeggio vanno a cena mentre lo skipper sistema la barca.
Pulisce bene il ponte e mette le sue belle scarpe nuove in
banchina ai piedi della passerella per scendere. Io sono seduto
su una poltroncina della gelateria di fronte con un gelato. Noto
un uomo passare vicino alle scarpe, le guarda, ritorna indietro
e si siede su una grande bitta fuori dalla barca. Guarda da una
parte poi dall'altra e tiene d'occhio anche lo skipper. Mi sono
sentito il solito sospettoso che pensa male e mi distraggo.
Ritorno a guardare e vedo risalire lo skipper da sotto coperta e
scendere dalla barca per andare a cena. Lo vedo allargare le
braccia, guardare a dx e a sx ma le scarpe non cerano più.
L'ospedale locale é
abbastanza ben considerato pertanto approfitto per verificare la
mia situazione. Tutto bene. Pertanto attendo le condizioni per
ripartire. Vorrei fare rotta direttamente su Roccella Ionica ma
l'anticiclone ben stabilizzato se in una zona da condizioni
accettabili dall'altra sono contrarie. Nel pomeriggio del 18
agosto è prevista l'attenuazione della corrente marina che
scende dallo Stretto di Messina e sale da S un filo d'aria e al
largo lungo la rotta nel corso della mattina seguente, verso la
Calabria, sembra non vi siano correnti contrarie. Alle 18.00
finalmente riparto contento di lasciare finalmente il porto.
L'aria non aiuta un gran ché ma almeno non è contraria. Ben
presto giunge il tramonto, mi sembra di rinascere. Seguo una via
di mezzo tra il largo e il Nord. Al crepuscolo le luci di
Siracusa sono lontane e scorgo quelle di Augusta e più su in
lontananza Catania. Il cielo si riempie di stelle e della costa
ormai lontana rimane la corona di tenui lumi destinati a
tramontare anch'essi tra poche ore. Prima dell'alba scorgo il
faro di Capo Spartivento. Un filo di animo lieto nello scorgere
quella luce Calabra. Sono in rotta su Roccella Jonica. Arriverò piano
piano verso sera, il giorno 19. Nei pressi del porto che, sopra pensiero,
chiamo via radio. Risponde un addetto dai modi sbrigativi. Mi
desto dalla monotonia del viaggio e dal senso di pace che dona
la natura. Verifico al binocolo la situazione, il porto è pieno
zeppo e in un luogo abbastanza distante dal paese. Senza
timidezza chiedo via radio il costo dell'ormeggio. Con una voce da generale
il direttore mi chiede se voglio sapere il prezzo o l'ormeggio.
Di colpo il mio risveglio è completo e
così mi metto alla fonda poco distante dal porto in una quiete naturale. Il
mattino seguente ripartirò presto.
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CALABRIA
Le Castella
20
agosto 2017 |
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La mattina del
20 agosto, mi sveglio quando il sole comincia a illuminare il
cielo. A terra tutto tace, faccio colazione in un
silenzio assoluto. L'ambiente circostante è incantato da una notte senza vento e
mare. L'acqua è cristallina. Metto in moto il motore e mentre si
riscalda salpo l'ancora. Faccio rotta su Punta Stilo mantenendo
una batimetrica sui 50 metri, tanto per non aggirare troppo
largo, e ammirare questa bella costa calabra. L'immagine che
ritrae un tratto di costa l'ho fatta dalle parti di tale Punta
dove inizia il
Golfo di Squillace, il quale avrebbe ampie spiagge e un
entroterra ricco di pittoreschi paesini e bei paesaggi. Tale
Golfo termina con Capo Rizzuto, dove, quattro cinque miglia prima
si trova Le Castella, prossimo mio punto di arrivo dopo aver
percorso le 50M previste. In tarda mattinata un po' d'aria da SW
iniziava a gonfiare le vele. Vari i tentativi di guadagnare
mezzo nodo come tangonare il Genoa e mettere la Randa a Farfalla
o chiudere la Randa e usufruire del solo Genoa in relazione per
il variare dell'asse del vento. Altri momenti era utile
procedere a vela e motore, mantenendo così la media senza
sprecare troppe energie, in un caldo torrido anche per il fatto che la barca
avanzava spesso alla velocità del vento proveniente da poppa.
Una strana estate per navigare nel senso che questo anticiclone
ampio e stabilizzato non da accesso a perturbazioni lati da
creare aria in movimento. Un'ora prima di giungere in
porto un colpo di vento di 20 - 25 nodi, determinato da un
temporale nella ben distante Catanzaro. Peccato fosse venuto
prima... era meglio. Ormai sono nei pressi del porto. Contatto la LN locale entro con
cautela tra i bassi fondali di Le Castella Marina di Capo Rizzuto.
Ridosso
eccellente nella darsena N. Recuperate un po' di energie e di
info, prenoto una meritata cenetta di pesce e, intanto che
aspetto aprano la cucina, visito questo posticino, meritevole di
uno scalo. Il castello aragonese è un bel colpo d'occhio e il
luogo è abbastanza attrezzato per affrontare la notevole
richiesta turistica. Fa parte dell'area marina protetta dello
splendido Capo. La mattina del giorno successivo (21) incrocio
in banchina Daniele conosciuto a Siracusa. Mi presenta gli amici
che doveva incontrare, provenienti da Pisa con la barca comprata
da poco. Anche la loro destinazione è la LN di Porto Cesareo della
quale Daniele è presidente.
Il luogo comincia a starmi stretto e il diritto all'ormeggio
gratuito è terminato. Così mercoledì 23 mattina lascio il porto
e mi metto all'ancora a ridosso di Capo Rizzuto. Fuori il
vento è fresco e contrario. Le previsioni lo darebbero in
rotazione. Attendo tranquillo e quando nel pomeriggio si quieta
doppio il capo e poco dopo anche quello di Capo Colonna. Dal mare ammiro
lo splendido ambiente: Isola Capo Rizzuto; in parte
protetto...comunque di un turismo abbastanza esclusivo.
Verso sera giungo alla LN di Crotone dove ritrovo il gruppo di
amici diretti a Porto Cesareo. Crescono i nostri rapporti
interpersonali. Intanto in banchina conosco Fausto il quale fa
parte di un gruppo di cinque persone, residenti a Ravenna.
Partiti con la barca da Trapani per trasferirla nel mio stesso
marina. Faccio conoscenza con tutto il simpatico e ben affiatato
gruppo. Il meteo non promette venti favorevoli. Con vento
contro non ho nessuna intenzione di attraversare il Golfo di
Taranto e nemmeno di bordeggiare. A costo di finire a Taranto e
poi risalire a Leuca. Tanto ho tutto il tempo che voglio. Nel
golfo vi sono diverse LN.
Il giorno 24 mattina, un sito meteo dice una cosa e uno de dice
un'altra e a volte, ha ragione uno e a volte l'altro. All'ora
consulti altri siti web di fiducia fino a che non sai più a chi
credere. Alle ore 15.00 alcuni, siti meteo, vengono aggiornati. Verso le
05.00 di domani darebbero dai 20 ai 30 nodi da NW nel golfo. Su
questo tutti i meteo web sono concordi. E
se poi gira da N? Va bene, bolino di trinchetta ma tra onda,
deriva e scarroccio, potrei trovarmi sottovento a Leuca a fare
un sacco di miglia e quel che è peggio spendere energie. Gli amici di Ravenna decidono di fare
rotta su Gallipoli. Io alle 17.00 lascio gli ormeggi e decido di
risalire 20M a N di Crotone, puntando su Cirò Marina da trovarmi
in asse vento.
La compagnia di Daniele
salperanno poco dopo e mi supereranno strada facendo. Per loro
quella di Cirò è l'unica opzione buona.
Alle 22.00 circa arriverò in
quel porto dai bassi fondali. Mi metto all'inglese al posto di un peschereccio e
trovo gli amici di Pisa a darmi, gentilmente, volta alle prime
cime di ormeggio. Fatti due passi per vedere questo piccolo
paese, dove il clima vacanziero è amplificato. Ritorno sui miei passi
e ricomincio a respirare aria quieta. L'altro gruppo stanno già
riposando, penso che domani partiranno presto. Mangio qualcosa
di leggero e mi metto a dormire.
Il venerdì 25 agosto alle 06 sono sveglio mi preparo con calma.
Fuori c'è vento. A poppa un grosso peschereccio ha ormeggiato
questa notte. Dovevo essere proprio stanco per non averlo
sentito. Alle 07.00 esco dal porto. Come sempre la giornata è
splendida in più il vento si preannuncia portante. Leuca è a 61M
con rotta 63°. Kitalpha prosegue sempre più allegra. Metto a
segno la velatura, più sottoinvelato che altro. Allontanandomi
dalla costa rinfresca sempre più.
A metà mattinata si stabilizza e proseguiamo più
tranquilli a 5-6 nodi. La vista mare a 360° mi pone in uno stato
di benessere. Basta uno sguardo intorno ogni tanto e ti gusti
quella indefinibile pienezza di sentirsi veramente nell'ambiente
naturale con le condizioni che ti fanno sentire di avere la
situazione in mano, perchè dovessero cambiare, hai le opzioni
favorevoli per ogni situazione. La "resilienza"porta a questo
stato di benessere. Nel pomeriggio il vento cala, proseguo a 2-3
nodi. Atterrare di notte a Leuca non è un problema anzi, se mi
affianco a qualche peschereccio non lo nota nessuno. Si, perché
in certi porti la CP fa valere un'ordinanza locale e ti obbliga
ad andare in marina. Quando sono a una ventina di miglia metto
in moto MD22 Volvo Penta 60 hp e proseguo. Arriverò in porto
alle 22.00. Mi affianco ad una imbarcazione sequestrata e visto
che non sono stanco cerco un ristorantino ma ritorno presto nel
mio sicuro rifugio. Ieri ero arrivato a Cirò stanco morto per
meno di 5 ore di navigazione e qua ne ho impiegate 15.
Probabilmente l'avvicinamento a Cirò, porto ristretto con bassi
fondali e scarsa visibilità, mi è costato più fatica. Ho trovato
Santa Maria di Leuca trasformata. In altre occasioni
avevo scelto di non fermarmi. Così dopo 10 anni di
espansione turistica, é in grado di rispondere discretamente alle
esigenze del mercato. Presso il porto fu costruita, durante il
governo Mussolini, una monumentale scalinata, a
rappresentare una sorta di solenne ingresso in Italia.
La zona é costellata da numerose ville affacciate sul mare. Con
mare calmo, lungo le circostanti scogliere di roccia calcarea,
un via vai di barchini turistici a visitare l'esplorabili grotte
imponenti.
La mattina di sabato 26 agosto, tolgo il disturbo e mi dirigo
verso Otranto. Il mare è calmo, costeggio l'alta scogliera fino
a ché mi affaccio sull'Adriatico. Vento e corrente
contraria con onda troppo forte. Impiego poco a decidere di
ritornare indietro e mettermi all'ancora fuori dal porto,
aspettando il momento buono. |
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