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Arrampicare in Lavaredo é sempre una magia
Al sabato
pomeriggio ci troviamo tutti presso il rifugio Auronzo in Lavaredo.
Stane mi presta un "monovela", materiale più adatto a quel tipo di
salto; un volo dove é necessario aprire ad una quota molto bassa e non
avrebbe senso usare il mio materiale a doppia vela. Alla sera una grande
tavolata di amici che si raccontano. All'alba di domenica ci
accoglie uno spettacolo indimenticabile, l'aria frizzante, il cielo é
sereno, tutto immobile nel silenzio
delle Lavaredo. Tra jumpers guide alpine amici e accompagnatori siamo,
un bel gruppo; lo sferragliare di
moschettoni
il vociare tra di noi, "recupero", "vieni", mi da la sensazione di
essere in troppi. L'arrampicare sulla facile via normale appesantito
dall'attrezzatura mi distoglie dal frastuono, la gioia delle mani sulla
roccia, movimenti in contrapposizione, ancoraggi e il recupero del mio
amico Marco,
stabiliscono una "routine" dov'é
possibile
dialogare con i propri pensieri. Più in quota, ci accolgono spazi aperti
e panorami; ammiro dall'alto la "Piccola" la "Piccolissima" e la vetta
dello Spigolo Giallo, ricordando di quella volta con Franco...

Salire
verso la vetta, punto ideale per spiccare il volo nel "vuoto". Arrivati
alla "Corona circolare" pensai che percorrendola a dx si giungesse
all'uscita della via Dibona. (punto dal quale, poi, si arriva
all'uscita della "direttissima Lotar Blandler") Da una breve
ricognizione effettuata dai più volonterosi, si stabiliva
l'impossibilità di poter saltare da quel punto. Avremmo dovuto
salire in cima e poi scendere verso dx.(al segno di poi...)
Guadagnando così 150 metri di
quota, utilissima per poter distanziarsi dalla parete
durante la caduta libera, essenziale per avere il tempo di reagire
nel caso il paracadute durante l'apertura, avesse un giro di
avvitamento.
B.A.S.E.
JUMP
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