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SCUOLA    DI    PARACADUTISMO

Gruppo Paracadutisti Trentini

 

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MANUALE DI ADDESTRAMENTO PROPEDEUTICO AI LANCI

SECONDO IL METODO "FV"

INDICE

Parte prima : Procedure normali

 

Presentazione dell'equipaggiamento da lancio:

descrizione, caratteristiche e prestazioni, sequenza di apertura

1. 1 - SISTEMA SACCHE IMBRAGATURA

1. 2 - SlSTEMA DI COLLEGAMENTO TRA L' APERTURA DELL' AUSILIARIO ED IL PRINCIPALE

1. 3 - CONGEGNO SUPPLEMENTARE DI APERTURA AUTOMATICACA CA

1. 4 - I PARACADUTE

1. 5 - I COMANDI

1. 6 - LE VELATURE

1. 7 - LO SLIDER

1. 8 - FUNE DI VINCOLO

1. 9 - SEQUENZA DI APERTURA AUTOMATICA 'FV" DEL PARACADUTE

 

 

Preparazione ed indossaggio dell'equipaggiamento

 

             2. 1 - PREPARAZIONE DELL' EQUIPAGGIAMENTO

2. 2 -INDOSSAGGI0 DELL' EQUIPAGG1AMENTO

2. 3 -VESTIARlO

 

Imbarco, sistemazione e comportamento a bordo dell'aeromobile.

 

              3. 1 - PRE - lMBARCO

3. 2 - lMBARCO E S1STEMAZIONE A BORDO

3. 3 - COMPORTAMENT0 A BORDO

Modalità di uscita dal1'aeromobirle per il lancio.

Forze che agiscono sul corpo all'uscita ed in caduta, concetto di equilibrio e di stabilità del corpo in caduta.

5.1 - ALL' USCITA

5.2 - IN CADUTA

5.3 - EQUILIBRIO DEL CORPO IN CADUTA LIBERA

 

6. Acquisizione di stabilità e comportamento sino all'apertura

 

                           6. 1 - AQUISIZIONE DI STABILITA'

             6. 2 - COMPORTAMENTO SINO ALL'APERTURA

 

7. Tecnica per l'apertura del paracadute principale.

8. Verifica post-apertura dello stato del paracadute.

9. Manovre per prevenire collisioni con altri paracadutisti.

10. Valutazione di: posizione rispetto all'area di atterraggio; direzione ed .intensità del vento.

11. Modalità di utilizzo del paracadute per atterraggio in area prestabilita, in funzione del vento e degli ostacoli al suolo.

                        11 .1 - MANOVRE DA EFFETTUARE PRIMA DI ATTERRARE IN AREA PRESTABILITA

                        11 .2 - CIRCUITO D'ATTERRAGGIO

                        11 .3 - MANOVRE DA EFFETTUARE IN PRESENZA DI OSTACOLI AL SUOLO

12. Stima del punto di atterraggio.

13. Comportamento del vento in prossimità di ostacoli.(turbolenze)

14. Manovre per prevenire atterraggi su ostacoli.

15. Manovra della velatura in preparazione dell'atterraggio.

16. Modalità e comportamento nella fase di atterraggio.

         16 .1 - FRENATA CORRETTA IN ATTERRAGGIO

         16 .2 - FRENATA TROPPO ALTA

         16 .3 - FRENATA TROPPO BASSA

 

        17. Comportamento al suolo in un area aeroportuale.

                      17 .1 - COMPORTAMENTO AL SUOLO DOPO UN CORRETTO ATTERRAGGIO NORMALE .

                      17 .2 - COMPORTAMENTO AL SUOLO IN UN AREA AEROPORTUALE .

 

Parte seconda : Procedure d'emergenza.

 

18. Procedure in situazioni di emergenza.

18.1 - AVARIA ALL'AEROMOBILE.

18.2 - APERTURA ACCIDENTALE DEL PARACADUTE A BORDO DELL'AEROMOBILE.

18.3 - APERTURA ACCIDENTALE DEL PARACADUTE DURANTE LA FASE DI USCITA.

18.4 - PROCEDURE IN CASO DI NON DISTACCO DELLA FUNE DI VINCOLO E CONSEGUENTE TRATTENUTA DEL PARACADUTISTA APPESO ALL'AEREO.

18.5 - PROCEDURE IN CASO DI MALFUNZIONAMENTI LIEVI AL PARACADUTE, IN FASE DI APERTURA.

18.6 - PROCEDURE D'USO DEL PARACADUTE AUSILIARIO.

18.7 - MALFUNZIONAMENTI GRAVI AL PARACADUTE, IN FASE DI APERTURA.

18.8 - MALFUNZIONAMENTI A BASSA VELOCITA' DI CADUTA CHE RICHIEDONO LA PROCEDURA "SA" (Sgancio della velatura principale ed Apertura dell'ausiliario).

18.9 - MALFUNZIONAMENTI AD ALTA VELOCITA' DI CADUTA CHE RICHIEDONO LA PROCEDURA "AI" (Apertura immediata del paracadute ausiliario).

18.10 -COLLISIONI.

18.11 -ATTERRAGGI SU OSTACOLI PERICOLOSI.

18.12 TRASCINAMENTO AL SUOLO.

 

19. Comportamento in discesa con il paracadute ausiliario.

20. Norme generali di prevenzione degli incidenti.

21. Condizioni di salute sconsigliate per l'effettuazione dei lanci.

22. Norme generali di comportamento in caso di avaria dell'aeromobile nella fase di decollo o immediatamente successiva.

23. Nozioni di normativa aeronautica attinente il paracadutismo.

 

                   Segue:

                   PROGRAMMA DI ADDESTRAMENTO PER IL PARACADUTISMO

___________________________________________________________________________________________

 

ADDESTRAMENTO PROPEDEUTICO  AI  LANCI SECONDO  IL   METODO " FV"

Parte Prima : Procedure normali.

 

1 .Presentazione dell'equipaggiamento da lancio: descrizione, carnatteristiche e prestazioni, sequenza di apertura.

L' equipaggiamento da lancio da utilizzarsi è costruito da:
-una sistema sacche/imbragatura;
-un paracadute principale;
-un paracadute ausiliario.

1 .1 - SISTEMA SACCHE/IMBRAGATURA
Il sistema sacche/imbragatura è del tipo "CAMPUS 2".
Il "CAMPUS 2" è composto da una imbragatura alla quale è fissata una sacca divisa in due scomparti, uno sopra l'altro.
Nello scomparto inferiore è alloggiato il paracadute principale, in quello superiore, il paracadute ausiliario.Il paracadute ausiliario è integralmente unito alla imbragatura, mentre il principale è ad essa unito attraverso un sistema di aggancio "A 3 anelli". Questo sistema di aggancio consente, se necessario,il distacco del paracadute principale dall'imbragatura. Gli anelli sono visibili nella parte alta dei due nastri anteriori dell'imbragatura. Sul nastro anteriore destro della imbragatura è debitamente alloggiato un cuscinetto di stoffa che, trazionato, produce il suddetto distacco.
Sul nastro anteriore sinistro è alloggiata la maniglia metallica di apertura del paracadute ausiliario.
Una volta indossata, 1'imbragatura aderisce al corpo con la chiusura e regoazione, mediante semplice trazione, dei due nastri cosciali e del nastro pettorale.

1 .2 - SISTEMA DI COLLEGAMENTO TRA L' APERTURA DELL'AUSILIARIO ED IL PRINCIPALE.
Il congegno visibile nella parte anteriore alta dell'imbragatura, è un sistema di collegamento del paracadute principale con l'apertura del paracadute ausiliario. E' un sistema che rende automatica l'apertura dell'ausiliario dopo l'eventuale necessario sgancio del pincipale. Il sistema può essere disattivato manualmente.

1.3 - CONGEGNO SUPPLEMENTARE DI APERTURA AUTOMATICA.
E' un congegno che aziona automaticamente l'apertura dell'ausiliario alla quota di sicurezza alla quale viene tarato.E' installato sotto la maniglia metallica di apertura dell'ausiliario. Ha un interruttore per l'attivazione e la disattivazione

1.4 - I  PARACADUTE .
Il sistema del paracadute principale è costituito da un pilotino estrattore (piccolo paracadute con una potente molla) co11egato attraverso un nastro alla velatura .
Fra il pilotino estrattore e la velatura, lungo il nastro connettivo, c'è una guaina dentro la quale viene ben alloggiata la velatura dopo essere stata correttamente ripiegata. 

Alla velatura sono fissate tutte le funi che costituiscono il fascio funicolare. Il fascio funicolare è diviso in quattro gruppi di funi che sono uniti ad altrettanti nastri resistenti, detti "bretelle" (anteriore destra e sinistra, posteriore destra e sinistra) le quali a loro volta sono unite all' imbragatura attraverso il sistema "A 3 anelli".Il sistema del paracadute ausiliario è simile a quello del paracadute principale. Con esclusione del fatto che le bretelle dell' ausiliario sono solidali con l' imbragatura.

1 .5 - I COMANDI.
Sulla facciata anteriore di ognuna delle due bretelle posteriori di ognuno dei due paracadute, sono alloggiate delle manigliette in stoffa ("comandi"). Queste sono collegate con funicelle, alle rispettive parti posteriori d'ella velatura.Trazionando la manglietta di destra si effettua la virata a destra, trazionando la maniglietta di sinistra si effettua la virata a sinistra. Trazionando entrambe i comandi si rallenta la velocità di avanzamento. La diminuzione di velocità di avanzamento e l'accelerazione della virata dipendono dalla ampiezza di estensione dei comandi.
Questi comandi vengono, durante il ripiegamento, debitamente bloccati in modo da aversi, nel momento dell'apertura, l'avanzamento della velatura ad una velocità pari a metà della velocità massima propria. Questo, sia per evitare un troppo violento shock d'apertura sia per permettere un più ordinato spiegamento della velatura. La dimenticanza del bloccaggio dei comandi produce aperture pericolosamente difettose.

1.6 - LE VELATURE .
Le velature sono entrambe, principale ed ausiliaria, a profilo alare di nylon ripstop a bassa porosità.
La loro struttura interna è a celle vuote (9 principale; 7 celle ltausiliaria).
Hanno pianta rettangoare e misurano di superficie,circa 26 mq. la principale e 22 mq. l' ausiliaria.
Sono entrambe direzionabili con gli appositi comandi.
L' azione di questi comandi, collegati con la parte posteriore (bordo di uscita) della velatura, producono a questa deformazioni tali da consentire spostamenti di direzione e variazioni di velocità di avanzamenio.
Indicativamente le loro prestazioni sono le seguenti:
Velocità Propria CVp) di avanzamento = 8/9 metri al secondo;
Velocità di Discesa (Vd) max = 4 m/s.

1.7 - LO SLIDER.
Lo slider è un fazzoletto di nylon con 4 buchi agli spigoli (distanti fra loro circa come la distanza fra le bretelle di destra e quele di sinistra), attraverso ognuno dei quali passa uno dei quattro gruppo di funi del fascio.Ha la funzione di rallentamento dell'apertura della velatura. Senza di esso, l'apertura sarebbe troppo violenta per poterla sopportare senza danni.

1.8 - FUNE DI VINCOLO.
La fune di vincolo (FV) è un nastro in nylon largo 2,5 centimetri e lungo circa 3 metri. Un capo è a forma di asola e all'altro capo è fissato un moschettone. L'asola della F.V. viene collegata alla base del pilotino estrattore, attraverso una  funicella a strappo tarato (350 N). Il moschettone viene fissato ad un apposito aggancio (cavo statico) sull'aereo .

1 .9 - SEQUENZA DI APERTURA AUTOMATICA " FV" DEL PARACADUTE.
Appena il paracadutista lascia l' aereo per eseguire il lancio, la fune di vincolo andando in tensione, apre la sacca, estrae il pilotino, manda in tensione la guaina dove è alloggiata la velatura, si svolge tutto il fascio funicolare e, a questo punto si rompe la funicella tarata. Il vento, prodotto dalla caduta, mette in pressione le celle ed inizia lo spiegamento della velatura, ritardato dallo slider che, dalla posizione alta, vicino alla velatura, se ne scende a ridosso delle bretelle.

2. Preparazione ed indossaggio dell'equipaggiamento.

2.1 - PREPARAZIONE DELL' EQUIPAGGIAMENTO.
Prima di indossare la sacca dei paracadute visibilmente in ordine, sono obbligatori gli accertamenti (da parte di chi lo consegna e di chi lo deve usare) della efficenza di:
sistemi di chiusura ed apertura della sacca del principale e dell'ausiliario;
sistema di sgancio della velatura principale;
sistema di sicurezza che collega il principale all'apertura dell'ausi1iario;
sistema automatico di apertura dell' ausiliario.
Per un comodo indossaggio, allentare le chiusure dei nastri cosciali e aprire la chiusura del nastro pettorale. Infilare nel nastro pettorale l'altimetro ottico. Sistemare il casco rigido pronto per l'indossaggio.

2.2 - INDOSSAGGIO DELL' EQUIPAGGIAMENTO.
Prendere la sacca con i paracadute dalla parte alta del nastro principale dell' imbragatura (mai dalle bretelle o dalle maniglie), infilare le gambe nei singoli cosciali, infilarlo sulle spalle, chiudere il nastro pettorale, stringere le chiusure dei nastri cosciali, stringere il nastro pettorale, sistemando l'altimetro in modo che sia visibile e non pregiudichi l'eventuale azionamento delle maniglie di emergenza.Se 1'imbragatura fosse troppo lunga o troppo corta per l' altezza di chi la ilndossa, togl-lersi l'equipaggiamento, regolarlo ed indossarlo di nuovo.
Attivare il Congegno supplementare di apertura automatica.

2.3 - VESTIARIO.
Per i1 vestiario non ci sono particolari indicazioni.
Sono consigliate tute apposite o tute da riposo e scarpe ginniche.
E' fatto obbligo che l'abbigliamento copra gli arti e che le calzature siano chiuse senza parti suscettibili di impigliamento.

3. Imbarco, sistemazione e comportamento a bordo dell'aeromobile.

3.1 - PRE-IMBARCO.
L'operazione che precede immediatamente la fase di imbarco è il controllo pre-imbarco dell , equipaggiamento. Questo controllo a cura dell'Istruttore, o di chi lo sostituisce funzione (Direttore di Lancio,"DL"), è obbligatorio e deve essere preteso da chi lo deve subire.

3.2 - IMBARCD E SISTEMAZIDNE A BORDO.
Il percorso di avvicinamento all' aeromobile non deve mai passare davanti a questo. Se bisogna aggirarlo , passare dietro la coda.
Non avvicinarsi all' aereo se non in presenza del DL.
Il DL deve l'ndicare il posto assegnato ad ogni paracadutista e deve agganciare le funi di vincolo all'apposito cavo statico.Pretendere il controllo dell'operazione di aggancio della propria fune di vincolo. Salire e sedersi secondo le indicazioni del DL.

3.3 - COMPORTAMENTO A BORDO
Durante il volo per il raggiungimento del punto di lancio, restare fermi al proprio posto e attenersi alle evventuali disposizioni disposizioni del DL.

4. Modalità di uscita da1l' aeromobile per il lancio.

La buona posizione all'uscita dall' aereo favorisce (se non addirittura determina) la posizione che il corpo assumerà durante i primi secondi di caduta libera. Ciò significa che la preparazione all' uscita è molto importante.
Il posizionamento alla porta si diversifica a seconda della conformazione e posizione della porta nei vari aeromobili. Sarà quindi cura dell'Istruttore indicare di volta in volta, per ogni tipo di aeromobile , il preciso posizionamento prima di abbandonare l'aereo, al fine di poter assumere agevolmente e nel più breve tempo possibile la posizione corretta di caduta libera.
Due regole fondamentali e sempre valide per assicurarsi un corretto stacco dall'aereo è quella di prepararsi all'uscia disponendo il corpo sullo stesso asse di volo dell' aereo ed in una posizione tale che permetta di vedere sempre il DL. Mantenere, durante tutta la fase d'uscita, lo sguardo a.) DL, e una condizione necessaria per rendere agevole e corretta la posizione allo stacco.
Circa un minuto prima di raggiungere il punto di lancio, quando il DL da la disposizione al pilota di ridurre la velocità dell'aereo (solitamente la parola usata è: "motore", detto ad alta voce) ci si deve sistemare correttamente alla porta ed effettuare l' uscita secondo le indicazioni ricevute dall' Istruttore.

5. Forze che agiscono sul corpo all'uscita e in caduta libera, concetto di equilibrio e di stabilità del corpo in caduta.

5.1 - ALL' USCITA.
In uscita, la sensazione che si prova, non è cadere nel vuoto ma di essere appoggiato su un cuscino d'aria. Cioè grazie al vento relativo. Quel vento che si genera spontaneamente con il moto del proprio corpo. Nell 'istante dello stacco dall' aereo, la velocità di avanzamento rispetto al suolo è uguale alla velocità dell'aereo. Negli istanti successivi si ridurrà via via fino ad annullarsi.

5.2 - IN CADUTA.
Nel momento successivo all' uscita la forza di gravità terrestre agisce come su tutti i corpi più pesanti dell' aria : i corpi cadono verso terra. Cadono con accelerazione (definita. nel caso della gravità terrestre, con la lettera "g") costante (=9.8m/sec.q) per tutti i corpi, fino a 12/15 secondi dopo l'uscita; momento in cui la velocità, grazie alla resistenza dell'aria, si stabilizza su un valore (variabile secondo la posizione e la superficie del corpo, secondo la densità dell'aria, secondo la massa del paracadutista, ecc.) da 180 a 250 km/h. Prima che scadano i 12/15 secondi la velocità di avanzamento che il corpo aveva all'uscita ridotta praticamente a zero.

5.3 - EQUILIBRIO STABILE DEL CORPO IN CADUTA LIBERA.
Tutte le forze di un sistema possono essere rappresentate da una sola forza equivalente. Il punto di applicazione della risultante (definita peso del corpo) delle forze d' azione è il C.G.(Centro di Gravità), mentre il corrispondente puntodella risultante delle forze di reazione è il C.P. (Centro di Pressione).
Mentre la posizione del C.G. sul piano, varia in funzione della forma e massa del corpo, la posizione del C.P. varia principalmente in funzione della superficie del corpo al vento relativo. velocità di movimento, ecc.
Per aversi equilibrio, le due risultanti devono essere equivalenti e di senso-contrario.
Se consideriamo che in ogni corpo umano in caduta il C.G. è approssimativamente posizionato all'altezza dello stomaco, per aversi "Equilibrio stabile" (e cioè una caduta stabile) bisogna che il C.P. sia al di sopra del C.G.
Per ottenere ciò,la-posizione migliore è la Posizione Basica:
Corpo : in atteggiamento ad arco.
Capo : flesso indietro
Braccia : in fuori-alto.
Mani : in linea.
Cosce : divaricate.
Gambe : semiflesse.
Piedi : estesi.
C'è da aggiungere che lo sguardo deve continuare ad essere rivolto al DL fino all' apertura del paracadute. E cio' per tre ragioni importanti:
costringe il capo in una posizione corretta;
si ha sempre il contatto visivo con il DL per eventuali comunicazioni;
si controlla agevolmente, senza altri spostamenti della testa, la fase di apertura del paracadute.
Una corretta caduta stabile favorisce la corretta apertura della sacca ed corretto ed ordinato spiegamento del paracadute, oltre ad avvertire, in maniera minore, lo shock che si subisce al momento dell' apertura della velatura. E' questa la posizione che il corpo deve assumere immediatamente dopo lo stacco dall' aeromobile, fino all'apertura del paracadute.
E' questa posizione il primo importante obbiettivo che deve raggiungere un allievo che tenga alla propria sicurezza e desideri iniziare correttamente una buona progressione.

6. Acquisizione di stabilità e comportamento sino all' apertura.

6.1 - ACQUISIZIONE DI STABILITA'.
Per acquisire la stabilità in uscita non è certo sufficiente conoscere la teoria. Al fine di meccanizzare al massimo i movimenti corretti, che non pregiudichino la stabilità della posizione, sono necessarie numerose prove e simulazioni a terra in presenza dell' istruttore che corregga eventuali errori:
-prove in aereo, del posizionamento alla porta;
-prove in aereo, dell' uscita e immediata acquisizione della posizione;
-prove delle posizioni di caduta de:
il corpo, il capo, lo sguardo, le braccia, le mani, le cosce, le gambe, i piedi.

6.2 - COMPORTAMENTO SINO ALL' APERTURA.
Abbiamo visto in precedenza il comportamento da tenere in aereo in salita, ora analizziamo il comportamento da tenere dal momento del raggiungimento della quota di lancio fino all'apertura. Quando il DL avra' stabilito di aver raggiunto il preciso momento di iniziare le operazioni per il lancio:

avvertirà verbalmente il pilota che si sta per effettuare il lancio;
avvertirà l' allievo di sistemarsi alla porta e questo si comporterà come nelle prove a terra;
controìlerà il posizionamento e avvertirà l'allievo che può lanciarsi.
L'allievo, sempre guardando il DL, effettuerà la sua uscita come nelle prove a terra, assumendo la
posizione corretta, mantenendo il contatto visivo col DL e scandendo, a voce alta, tre secondi.

La scansione del tempo in momenti di tensione avviene in maniera troppo veloce .E' bene pertanto abituarsi a terra a scandire: "UNO. DUE . TRE", nel tempo preciso di tre secondi, con l'ausilio di un cronometro. Ripetere numerose volte le prove di una scansione regolare, a voce alta.
Tre secondi è il tempo presumibile per aversi l'apertura del paracadute. In caso di inconvenienti, trascorso questo tempo, bisogna iniziare le procedure di emergenza riportate più avanti (da $18.4 a $18.9).
Dopo l'apertura corretta del paracadute, impugnare i comandi e trazionarli in basso contemporaneamente, per liberarli dai freni.

7. Tecnica per l 'apertura del paracadute principale.

Per acquisire la tecnica per l'apertura, 1'esercizio propedeutico è la "Falsa Maniglia" (F.M.), cosiddetto perchè viene eseguito con una maniglia che non è collegata all' apertura della sacca e quindi senza alcuna funzione. Questo esercizio, il primo in caduta libera stabile, deve essere eseguito quando ancora l' apertura avviene automaticamente dalla trazione della fune di vincolo. L' esercizio consiste semplicemente nel gesto di trazione della maniglia che deve venir eseguito nel modo seguente:

Dopo l' uscita, alla scansione di "DUE", impugnare la maniglia con 1a mano dest ra e contemporaneamente sinistra in alto al di sopra della fronte, estrarre la familia riportando le braccia nella posizione di caduta stabile. L'esercizio deve iniziare e concludersi secondi.
E' assolutamente necessario provare numerose volte, a terra, con la maniglia installata, sia la tecnica sia la cadenza corretta dell' esercizio.

8. Verica post-apertura dello stato del paracadute.

Dopo l'apertura del paracadute è necessario inanzitutto verificare lo stato della velatura, dello slider, delle funi e delle bretelle intervenendo se necessario.Eventuali inconvenienti inconvenienti e procedure di emergenza relative sono descritte in seguito (da $18.5 a $18.9).
Verificato il buono stato del paracadute, impugnare i comandi e trazionarli in basso liberando così i freni.

9. Manovre per prevenire collisioni con altri paracadutisti.

Dopo la verifica dello stato della vela . è necessario essere pronti ad evitare immediatamente una eventuale collisione con altri paracadutisti vicini. Per fare ciò' . se non si sono ancora liberati i freni dei comandi, è necessario prendere immediatamente in mano la bretella posteriore destra e trazionarla a fondo. Se sono già stati liberati i freni dei comandi, trazionare immediatamente , a fondo. il comando destro.Tutto questo per effettuare una repentina virata a destra .
Anche se non si è in rotta di collisione, fare attenzione, non solo in fase di apertura ma durante tutta la discesa a paracadute aperto, di non entrare nella scia lasciata da altri paracadutisti sottostanti. Il volo diventerebbe, per tutto il tempo in cui si è in scia, incontrollabile. Rispettare sempre la fondamentale regola che da il diritto di precedenza ai paracadutisti; senza alcuna eccezione !

10. Valutazione di: posizione rispetto a1l'area di atterraggio; direzione ed intensità del vento.

Con i comandi in mano individuare la posizione delle cose conosciute: pista dell' aeroporto, capannone, strade, manica a vento. Stimare la propria verticale guardando fra i piedi, valutando così anche la direzione dello spostamento.
Il vostro punto dovrebbe essere "a monte" della zona di atterraggio, e cioè dalla parte da dove eventualmente proviene il vento che soffia in direzione della zona di atterraggio.
L'osservazione della manica a vento può aiutare a verificare se la direzione e l'intensità del vento sono le stesse di quelle che esistevano a terra. prima della salita. e secondo le quali l'istruttore ha dato indicazioni per le manovre da eseguire.

11 . Modalità di utilizzo del paracadute per atterraggio in area prestabilita, del vento e degli ostacoli al suolo.

11.1 - MANOVRE DA EFFETTUARE PRIMA DI ATTERRARE IN AREA PRESTABILITA.
E' importante ricordare innanzitutto di non abbandonare mai la presa sui comandi, fi no all a fine della manovra di atterraggio! 
Dirigersi verso la zona di atterraggio senza superarla. Dopo l'approssimativa valutazione del previsto punto di atterraggio, in considerazione della direzione e velocità del vento e degli ostacoli presenti al suolo, da superare lungo il percorso, eseguire i seguenti esercizi:
a) effettuare una minima trazione dei due comandi, in ugual misura. e da questa posizione abbassare completamente il comando di destra, dopo aver così effettuato un giro di 360 gradi, riportare il comando destro all' altezza dell' altro e ripetere l' esercizio con il sinistro;
b) rilasciare i comandi, trazionarli entrambi fino al punto più basso possibile, mantenerli così finchè non si avverte l'annullamento della velocita , di avanzamento (stallo), e poi rilasciarli dolcemente fino all'altezza delle spalle.
Provando tutte le posizione intermedie , cercare di stabilire qual'è l'esatto punto dove portare i comandi affinche,la velocità di avanzamento sia, la metà,della massima.
Nessuna prova dovrà essere effettuata a quota inferiore ai 400 metri. E' utile qui ricordare che la velocità e la direzione degli spostamenti rispetto al terreno sono il risultato delle componenti della Vp e della Velocità del vento (Vw).
Controllare il punto verticale sul terreno e la quota sull'altimetro dopo ogni esercizio.

11.2 - CIRCUITO D'ATTERRAGGIO.
A 300 metri di quota dovete raggiungere la verticale di un punto sul terreno (Punto Finestra), predeterminato a terra insieme all'Istruttore, dal quale iniziare il circuito d'atterraggio. Le procedure ed i parametri relativi al circuito standard di atterraggio, verranno dettagliatamente illustrati dall'Istruttore.
Il contatto col suolo deve avvenire SEMPRE contro vento anche se la sua intensità è minima. E' evidente infatti che atterrando in favore di vento si atterra alla velocita' somma della Vp con la velocità del vento (Vw). Atterrando contro vento invece si atterrerà ad una velocità differenza delle due velocità' e cioè molto più lentamente. Per fare un esempio di una condizione molto frequente, immaginiamo che ci sia un vento di 3 m/s. Lo spostamento rispetto al terreno sara':
a favore di vento, CVp + Vw = 8 m/s + 3 m/s = 11 m/s ).
contro vento, CVp - Vw = 8 m/s - 3 m/s = 5 m/s ).
E' evidente che un atterraggio in favore di vento è estremamente pericoloso.

11.3 - MANOVRE DA EFFETTUARE IN PRESENZA DI OSTACOLI AL SUOLO.
La condotta teorica del paracadute è valida finche non ci sono ostacoli nella zona prevista per l'atterraggio.
Se ci sono o si presentano ostacoli, bisogna osservare una semplice regola:
-se l'ostacolo sulla traiettoria di avvicinamento alla zona è lontano, si cerca di rimanere nella zona dove si è, riducendo la velocita di avanzamento.
-se l' ostacolo è vicino, si cerca di superarlo.
Per evitare un ostacolo, anche una virata di gradi (10/30) potrebbe essere sufficiente senza pregiudicare la sicurezza.

12. Stima del punto di atterraggio.

Per stimare bene il punto di atterraggio, si controlla a1ternativamente il punto verticale ed il sentiero, disegnato immaginariamente sul terreno, che si sta percorrendo per l'atterraggio. Così facendo l'errore di valutazione del punto di atterraggio è minimo. Ricordiamo poi che: più ci si avvicina al terreno più è facile fare le necessarie valutazioni. Con l'aiuto dell' Istruttore e l'esperienza che si acquisisce con i lanci la stima sarà sempre più precisa.

13. Comportamento del vento in prossimità di ostacoli (turbolenze).

La turbolenza è anche conosciuta sotto il nome di "turbini o rotori"; ne esistono di tutte le grandezze, da meno di un metro a molti chilometri di diametro.
Le turbolenze sono dovute a:
a) l'impatto del vento contro oggetti solidi come alberi, colline, fabbricati, ecc.. Una volta superato l' ostacolo, il flusso del vento si rompe e l'aria si dirige in tutte le direzioni creando appunto turbolenze.
b) instabilità statica dell' aria, dovuto ad effetto termico.
c) differenza di velocità fra due masse d'aria provocanti al loro contato, una serie di turbinii.
Anche se tutte queste tre condizioni si possono sempre presentare più o meno pericolosamente, decisamente la più frequentemente pericolosa è la prima.
L'intensità della turbolenza in questo caso dipende da:
la velocità' del vento
la densità dell'aria
la forma e la grandezza degli ostacoli al flusso dell' aria.
Se, ad esempio, il vento eccede i la velocità di 5/7 metri al secondo, bisogna spostarsi di 400 metri da grandi edifici per non trovare più zone turbolente.
Nelle zone turbolenti, la velatura è in balia dei repentini spostamenti di direzione ed intensità del vento. ln questi casi la migliore stabilità della velatura si ha trazionando i comandi al 30/50 % di freno.

14. Manovre per prevenire atterraggi su ostacoli.

Se, nella fase finale dell'atterraggio, in perfetta posizione contro vento, dovesse presentarsi un ostacolo davanti lo si può evitare agendo sul comando dalla parte libera da ostacoli, effettuando così una leggera virata di qualche grado. Spesso bastano 10/30 gradi. Un disassamento, dal contro vento, di questi pochi gradi, non pregiudica la sicurezza dell' atterraggio. Si atterrerà con un leggero scarrocciamento dalla parte dalla quale si è virato. E' comunque meglio atterrare in queste condizioni che impattare contro l' ostacolo.
E' importante però ricordare che nel momento d'effettuazione di virate prossime ai 90 gradi e oltre, la velocità di caduta comincia ad aumentare enormemente e quindi, se effettuate vicino al terreno, l'impatto col suolo in Queste condizioni è violento e mette in serio pericolo l' incolumità di chi ha effettuato una così scorretta manovra.

15. Manovra della velatura in preparazione dell' atterraggio.

Alla quota di 50 metri ci si dovrà trovare con i comandi ben impugnati e trazionati al 20/30 %, in volo diritto, in perfetta posizione di contro vento con lo sguardo sul terreno al punto presumibile di atterraggio. Non eseguire alcuna manovra se non strettamente necessario per questioni di sicurezza. Concentrarsi per prepararsi al contatto con il suolo.

16. Modalità e comportamento nella fase di atterraggio.

16.1 - FRENATA CORRETTA IN ATTERRAGGIO.
Alla quota di 20 metri , impugnati sempre bene i comandi, rilasciarli completamente e cominciare, subito dopo, una decisa progressiva affondata dei comandi. Questa manovra è quella ,che consente un atterraggio dolcissimo e richiede solo una breve corsa di due o tre passi.
IMPORTANTE è non portare la vela in stallo (minima velocità di avanzamento ma altissima velocità di discesa !).
In caso di atterraggio in una zona non conosciuta, onde evitare errori di valutazione di quota , e quindi di manovre di frenata, mantenere dall'altezza di 10 metri, i comandi trazionati al 50% atterrando così con una corsa un po' pesante, ma comunque sicura.

16.2 - FRENATA TROPPO ALTA.
Se la frenata è cominciata troppo in alto, rallentare il movimento della frenata. Se non si riesce a valutare l'errore ed alla fine della frenata ci si trova alti, rimanere con i comandi fermi in quella posizione e prepararsi ad un atterraggio un po’ più duro.

16.3 - FRENATA TROPPO BASSA.
Accorgendosi di aver iniziato la frenata troppo in basso, bisogna chiudere le gambe , unire i piedi e prepararsi ad un atterraggio un po più duro. Se l' errore non viene avvertito, nel momento di toccare terra si effetuerà istintivamente una corsa veloce, per qualche metro, fino allo smaltimento di tutta la spinta orizzontale.
Nei primi tre lanci, durante tutta la fase di atterraggio ci sarà 1'assistenza dell'istruttore o di paracadutista con licenza da lui designato. Questi darà, via radio o con megafono o con gesti prestabiliti, indicazioni sul momento preciso di inizio della frenata, sulla velocità di esecuzione della frenata e su eventuali correzioni di manovre scorrette.

17. Comportamento al suolo in'area aeroportuale.

17.1 COMPORTAMENTO AL SUOLO DOPO UN CORETTO ATTERRAGGIO NORMALE Subito dopo l' atterraggio. raccoglere la velatura a matassa con le braccia larghe. cominciando dal fascio funicolare, poi la velatura, poi il pilotino. Raggiungere la zona di ripiegamento. Posare il paracadute cominciando dal pilotino e successivamente, arretrando, la velatura ed il fascio funicolare. Sganciare il gancio pettorale, sfilarsi l'i-mbragatura e dopo aver riagganciato il pettorale. riporla a contatto del terreno. Presentarsi all' Istruttore con il libretto dei lanci per la registrazione dei dati e delle valutazioni tecniche dell' Istruttore.

17.2 COMPORTAMENTO AL SUOLO IN UN AREA AEROPORTUALE.
Nel caso gli atterraggi avvengano in un aeroporto, oltre a rilspettare le regole aeroportuali è necessario rimanere sempre negli spazi destinati alla scuola. evitare assolutamente di avvicinarsi ad altri aeromobili, non attraversare mai la pista od il raccordo, non sostare sul piazzale di volo.
Se accidentalmente l'atterraggio fosse avvenuto in pista, liberarla immediatamente.
Per raggiungere la zona di ripiegamento, se l'atterraggio è avvenuto dall'altro lato della pista, NON attraversarla ma raggirarla passando oltre la testata più vicina.

fine parte prima