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Bepi Hoffer
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MARE E MONTAGNA
di questa calda estate 2016 |
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Al richiamo
delle montagne di casa
Per la verità mi mancavano gli affetti,
gli amici e l'aria
del mio paese. Il 06.07 con un breve volo ritorno a casa.
Quindici giorni sono sufficienti. Qualche giorno a Vattaro
con Andrea e Norma apprezzando anche la frescura del luogo. Il
paese si
Vattaro
sorge tra boschi e verdi prati che dal lago di
Caldonazzo arrivano fino alle pendici della vicina montagna, la Vigolana.
Una zona adatta a passeggiate ed escursioni di tutti
i tipi così con Carla ripercorriamo quei sentieri e strade
forestali conosciuti e sempre ricchi di scorci che rasserenano
l'animo. Pergine, il mio paese è poco distante e quando ritorna Rossella dalle
vacanze trascorro con loro alcune giornate, accompagnando i due
nipotini in piscina e intensificando anche le
rimpatriate con gli amici. Da Trento con Carla, approfittiamo
delle splendide giornate, così, puntiamo al Renon sopra Bolzano.
Lì l'aria è decisamente più fresca; dall'arrivo della
funivia, alcuni sentieri
si diramano, per tutto il vasto
altopiano. Al di là della valle fanno da cornice le
Dolomiti con:
il Gruppo del Catinaccio, dello Sciliar e, man mano che cammini
fanno capolino tutti gli altri monti che attraggono l'ospite per
la loro spettacolarità e colori. Il nostro percorso attraverso
il bosco di abeti e ampie verdeggianti radure con piccoli laghi e case in stile
Sud Tirol, adorne di fiori. Attraversiamo i binari del trenino locale
che collega alcune località principali. Il sole brucia anche le ore e ben presto ci
si incammina sulla via del ritorno che con la cabinovia si
giunge a due passi dalla stazione ferroviaria di Bolzano.
Nei giorni successivi
facciamo una capatina in Paganella, approfittando del fatto che
Andrea con Matteo, proprio quel giorno, andavano a fare una nuova
e bella via ferrata, sui Spalotti di Fai. Da Andalo la cabinovia
ci conduce velocemente in vetta. Avevo premura di ammirare il
panorama che quella montagna regala. I tempi delle mie
avventure alpinistiche su quelle pareti sono lontani e
ricordandoli non mi coinvolgono, invece gli scorci
sulle:
Dolomiti di Brenta o la Valle dei Laghi, la Valle dell'Adige e
la piana di Pergine con la Valsugana, mi hanno accontentato.
Sulla strada del rientro, in una malga, ci siamo fermati a dare
un ultimo sguardo alla montagna, accettando l'invito dei malgari
a brindare insieme. Scendendo verso la stazione della
funivia respirando l'aria frizzante proveniente da Nord, il
pensiero, sereno, era rivolto a Sud, a Kitalpha
che mi aspetta e al sole caldo della Sicilia. Da li a due giorni
sarò al mare.
Arrivato in cantiere a Mare Sud ritrovo Massimo da
Varese, è intento a ultimare i preparativi alla sua barca per
poi mollare gli ormeggi e fare rotta su Genova. Ha il posto
barca in quella città. Alla sera finiti i lavori giornalieri
abbiamo occasione di raccontarci e ognuno fare il punto
della sua situazione. Da grande appassionato di mare e
navigazioni, scrive. Tempo fa mi regalò un suo libro. Leggendolo
imparavo anche a conoscerlo meglio: sensibilità, cultura e
grande esperienza marinara, vissuta con determinazione; nel
senso che è imperativo partire ed andare avanti ma, ognuno di
noi ha i propri momenti di debolezza umana e al momento di
mettersi in gioco si provano le più svariate emozioni interiori.
All'alba sono sul pontile a salutarlo, lo aspetta una impegnativa navigazione.
Arrivederci Massimo.
All'ormeggio in cantiere trovo affiancata a Kitalpha un'altra
bella barca HR 41 degli anni 70/80. Angelo e Marina sono gli
armatori genovesi la mantengono efficiente anche nei minimi
particolari rendendola eccezionale e meglio che da nuova.
Originali di Genova ma vivono in Svizzera. Una coppia con un
buon vissuto marinaro. Adesso navigano solo da fine primavera
ad inizio estate poi ritornano ai freschi pascoli svizzeri.
Marina ha anche una notevole cultura letteraria e ogni tanto mi
invia, per posta elettronica e, nel formato adatto al mio e-book,
qualche bel libro.
All'improvviso hanno attraccato in banchina anche Andrea e
Dominique. Ci siamo conosciuti l'anno scorso a Balestrate. Ho
sempre un gran piacere quando ci ritroviamo. Probabilmente
Andrea è un insegnante, perché da molti anni trascorrono lunghe
vacanze con la loro barca a vela in Sicilia. Amabili, gentili e
di cultura superiore, hanno preso in simpatia questo burbero
montanaro e mi vogliono bene. Dominique è un splendida signora,
con il suo sorriso spesso spontaneo, propone, da subito, la
conversazione gradevole. Fra qualche giorno anche loro andranno
alle Isole Eolie. Sono giorni che cerco e aspetto un elettrauto
per controllare l'impianto elettrico riguardante il motore, poi
anch'io farò rotta su quelle isole. Al mio arrivo Rocco e Zara
mi hanno fatto le feste. Alle sera quando il cantiere è chiude
libero i cani. Per i primi cinque minuti mi zampettano
contro leccandomi tutto. Si rincorrono l'un l'altro come fanno i
cani giocherelloni e, quando é l'ora ubbidienti al mio richiamo
ritornano in gabbia. Io mi spoglio dei vestiti che tengo per
simili occasioni e ancora sul pontile adopero la "manichetta"
d'acqua con la quale solitamente riforniscono le imbarcazioni e
mi faccio una bella doccia. |
IMMAGINI CORRELATE
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ISOLE EOLIE
Un
triangolo di mare splendido e severo
Isole: Alicudi - Filicudi - Panarea - Stromboli -
Vulcano - Lipari e Salina
Milazzo,
agosto 2016 |
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Finalmente
contento di navigare
I giorni trascorsi a casa e prima a
Porticello mi hanno fatto bene. Ho voglia di partire. Le
previsioni meteo suggerivano di mollare gli ormeggi dalla
banchina del porto di Termini Imerese, mercoledì 03 agosto.
Andrea e Dominique, consultato il meteo francese, sarebbero
salpati all'alba di martedì 02. La sera di lunedì verificando
nuovamente alcuni siti web effettivamente davano un
aggiornamento favorevole alla mattina successiva con un bel NW
sui 10 kts adatto a noi.
Velocemente preparo la barca e al
mattino verso le sei salpo anch'io. Andrea e Dominique erano già
partiti un'ora prima. Da subito avevamo un leggero vento sul
naso ma si sperava che sarebbe cambiato. Kitalpha era lenta sia
perché, l'opera viva della barca, si era sporcata a rimanere
troppo fermo in porto e
così anche l'elica, in più, tenevo il motore a soli 1800 giri,
così consuma poco e non scalda. Il vento non dava segni di
mettersi in rotazione, anzi rinforzava. Dopo quattro ore ero
appena al largo di Cefalù. Dominic e Andrea decidevano di
fermarsi in un marina, io iniziai a fare traversi da due ore
l'uno guadagnando una decina di miglia in quasi sette ore...
Verso le ore 17 il vento ruota da N. Contento come un bambino
che ha ricevuto un premio proseguo a vela addirittura con la giusta
rotta. Ammiro il tramonto, e mi preparo una buona pasta al
pomodoro fresco, con cipolla di Tropea.
da solo non dovevo rendere conto a
nessuno di niente, ogni momento era buono per cambiare idea e
poteva essere giusta o sbagliata. In queste condizioni meteo
anche se spesso instabili e in questa stagione si ha la certezza
che più di tanto il mare e il vento non può infastidire. Dopo il
tramonto, la linea dell’orizzonte segnata dal mare è ancora
visibile e con l’apparire di qualche stella inizia l’ora
crepuscolare; un tempo ben precisato anche sull’almanacco delle
effemeridi, ecco, quello è il momento nel quale rimango sempre
incantato e ancora di più con me stesso. La stessa cosa o forse
di più, la sento, per il crepuscolo che precede l’alba di ogni
giorno, quale dono, per un altro giorno di vita. Riduco la
velatura per la notte, e accese le luci di via proseguo la
rotta. Rimangono da percorrere ancora 33 miglia all’Isola di
Vulcano. Fuori dalla rotta delle navi, appena sento voglia di
dormire mi metto alla cappa. Intorno la
notte è nera, fa capolino un taglio di luna che insieme alla
calotta celeste crea quell’atmosfera che mi fa sempre stare
bene. L’esperienza ti fa godere questi momenti tante volte
vissuti con la natura e
l'esserne abituato, riesci a viverli serenamente, anche
grazie alla fiducia instauratasi, in momenti duri, con Kitalpha.
Quattro ore di riposo sono più che sufficienti; lo scarroccio
della barca è trascurabile, il mare è in calma di vento.
I miei due nipotini registrati sulla sveglia vocale mi
svegliano: nonno è ora di alzarsi - il cuore ricomincia a
palpitare contento. Profumo di caffè e colazione con me stesso.
Il dialogo interiore ricominciato appena sveglio, continua a
pieno ritmo. Intanto metto in moto e proseguo a motore.
Pensavo anche: dovrei allenarmi con vento forte a
questo tipo di cappa: fiocco a collo, randa sottovento e timone
bloccato all’orza. Interessante
anche
la cappa di sola randa…Si decide in base allo stato del mare.
Comincia ad albeggiare, le isole sono poste tra
me e il sorgere del sole. E' sempre una magia spettacolare.
Alle sette giungo nella piccola Cala di
Ponente dell’Isola di Vulcano. E' l'isola più
meridionale del gruppo e per qualche verso la più
caratteristica, con i suoi crateri estinti e dal Gran Cratere
ancora attivo. Infatti l'odore di zolfo
si sente subito e spesso durante il bagno, avvicinandosi a una
delle numerose sorgenti si può segliere la temperatura
dell'acqua. L'ampia Cala è contornata da
ben visibili scogli a pinnacolo che la rendono più suggestiva.
Il giorno successivo attraverso
Le Bocche di Vulcano, un canale che la separano da quella di
Lipari dando fondo nella Baia orientale o di
Levante. Sovvr'astata
dal vulcano Gran Cratere;
un ampio e ripido versante con bastionate rocciose, dove una
profonda incisione la percorre fino al mare. Una ferita
che in tempi remoti si riversava
l'ardente lava. La terra le spiagge sono tipicamente
nere, il paesello ha una vegetazione rigogliosa e agreste,
mentre tutto intorno vi è macchia mediterranea. Alla fonda si
sta abbastanza scomodi per il continuo via vai di: aliscafi,
traghetti e quant’altro. Il meteo preannuncia brutto tempo e
visto che tra alcuni giorni passa da Milazzo l’amico Roberto
decido di spostarmi in quel porto siciliano. Intanto scendo a
terra per fare cambusa e incontrarmi con Andrea e Dominique.
Arrivati il giorno successivo hanno dato fondo nella Cala di
Levante, più tranquilla e dove si sarebbero incontrati con Luigi e Angelica. E’
stata l’occasione per conoscere anche i loro simpatici amici. La
decisione di salpare la mattina successiva per Milazzo è stata
un’anime.
Il
giorno dopo ci siamo ritrovati in mare e arrivati in quel porto:
mi sono affiancato a due pescherecci che avevo conosciuto
a Porticello e loro, a due mezzi di
servizio al porto.
Aspetto: Roberto, Stefania e Veronica. Da
tempo ci eravamo accordati di incontrarci a Vulcano. Avrebbero
trascorso un paio di notti da me. Vista la situazione attendo in
questa cittadina di imbarcarli. Nel pomeriggio ci siamo
incontrati e dopo aver mostrato loro la
barca decidemmo di partire il giorno
seguente. Il mattino successivo era prevista una leggera brezza
da Nord ma in realtà il vento era molto più forte e dopo un po’
decisi di ritornare a ridosso della
piccola penisola che caratterizza la zona di Milazzo. Dopo
qualche bagno e finito il pranzo non riuscii a trattenerli fino
a notte o il giorno successivo che garantiva calma di vento e,
ripartimmo. Per arrivare a Vulcano in controvento, impiegammo a motore il doppio delle
ore normalmente necessarie…Giurai a me stesso che non doveva più
succedere per nessun motivo, anche se la
loro simpatia ed entusiasmo per questa esperienza mi ha regalato
due belle giornate. Arriviamo a notte fonda e
diamo fondo. Al mattino successivo abbiamo ormeggiato
al porto di Levante e
loro, con passione
per la natura, si sono incamminati verso la cima del vulcano. A
sera contenti della bella giornata trascorsa mi invitano a cena
al “Cratere “ dove un ottimo antipasto di pesce e abbondante
vino locale ha acceso la serata. Al mattino successivo sarebbero
ripartiti per poi proseguire per San Vito lo Capo dove in un
appartamento nel “Parco della Zingara” proseguivano la vacanza.
Dopo due giorni alla fonda in questa baia di Levante a Vulcano
in attesa di condizioni favorevoli, alle 22 decido di salpare le
due ancore e andare in un ridosso più adatto al vento previsto.
Durante la giornata ero indeciso se andarmene o no. Poi
continuavano a giungere imbarcazioni. Mi ero messo nell’angolo
Sud della baia in 5mt di fondale a ridosso del bastione roccioso
lavico. Dato fondo a due buone ancore. Era calato il vento in
rotazione a NE; ho cominciato a pensare: ma se invece che un
vento di 15kts ne arrivassero 25. Non sarebbe la
prima volta, anzi. La
barca per come è ancorata non avrebbe problemi ma, se speda
l’ancora di una barca sopravento alla mia...Non mi complico la vita e contento, accese le luci
di via e tutto il resto, alle 22 prendo il largo. Attraverso il canale
tra Vulcanello e Lipari, doppiati i bei Faraglioni locali,
do
dato fondo tra Le Formiche e Punta Grotticelle a SW dell’Isola
di Lipari. Una zona di bassi fondali “buon tenitori”.
13. 08 Isso le vele, breve traversata verso il
versante Sud dell'Isola di Salina. Valutato il fondale, do fondo
all'ancora. Ho voglia di fare vita casalinga: bagnetto,
cucinare, leggere e forse scrivere. A notte, la Luna è a tre quarti crescente; quanto basta per
illuminare i contorni delle varie isole. Anche stanotte il cielo
stellato incombe indisturbato da luci di paesi vicini. In questo
tratto di costa tra Punta Marcello e Punta Megna a Sud
dell’isola, siamo rimasti solo in due
imbarcazioni e ben distanti tra noi. Il vento da Nord, scavalca
le due cime: Monte dei Porri e Monte Fossa delle
Felci, è
appena teso quel tanto da far caricare a dovere l’eolico.
Sono le ore 23; la radio
commenta le Olimpiadi in corso. Fra poco mi alzo dal letto dove
stasera mi sono messo a leggere e scrivere.
Preparo una
cena fugace ma fatta con passione. La
scorsa notte ho sballato gli orari partendo da
Vulcano e cenando a mezzanotte.
Questa mattina non mi ero svegliato tanto presto. Fatta colazione, issata
l’ancora, dato vele al vento, sono arrivato qua
a Salina a
metà pomeriggio. Cerco il fondale giusto per dare fondo
all’ancora e fare un bel bagno. Ho mangiato che era tardi.
Recupererò i ritmi giusti nei prossimi giorni.
15.08 Come sempre in questa zona il mare è abbastanza mosso.
Sono all’ancora a circa 300mt. a Sud del porto di Salina.
Al mattino di ieri ero ripartito per ormeggiare al porto commerciale. Di
fianco al distributore vi sono 5 posti gratis per il transito ma,
in questo periodo, il traffico in porto: aliscafi, traghetti per l’approdo e
poi la partenza, gommoni, motoscafi e barche a vela a fare
rifornimento di carburante, consigliava di temporeggiare. In
attesa a l’ancora fuori dal porto contattavo, via radio la
Guardia Costiera locale e mi veniva concesso l’attracco per far
cambusa. In azione sotto il sole, nelle operazioni di ormeggio
è stata una sudata tale che temevo un colpo di calore. Ho
tamponato quel pericolo bevendo continuamente
acqua e poi qualche
doccia prima di uscire in paese.
Per oggi non ho voglia di muovermi. Ieri sera ho pensato: se non
viene il mio amico Antonio da VR a trovarmi, fra qualche giorno
di buon vento parto e ritorno a Porticello, dagli amici locali.
Al risveglio mattutino il cielo è sempre
uno spettacolo. I primi raggi di sole illuminano questi vulcani
spenti, mostrando la variopinta flora mediterranea. Dopo il
bagno mattutino in
acqua cristallina, leggo e presto viene ora
di prepararmi una pasta con una salsa locale e
una punta di finocchietto o pistacchio. Verso sera fa capolino la voglia di ripartire,
pertanto, questa sera cenerò nel paese di Salina e domani
ritornerò a Vulcano.
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IMMAGINI CORRELATE
AMICI VELISTI
Mentre aspetto il caffè guardo la profonda
ferita che percorre il costone del vulcano spento, giù
fino al mare. Immagino la scia di fuoco, lava incandescente,
rafreddandosi lascia terreno fertile per una più splendida flora
locale e mediterranea. Dallo scempio naturale e potente, la vita
rinasce con una bellezza impertinente.
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Isola di Vulcano
Cala di Ponente
Milazzo, agosto 2016 |
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Verso la
via del ritorno
Alla Cala di Ponente ritrovo Andrea e
Domenic. Ci eravamo sentiti telefonicamente e in
quell'occasione mi informavano che se fossi arrivato in
mattinata avrei trovato spazio per dare ancora su fondali meno
profondi. Un vento leggero da NW preannunciava una bella e
rapida veleggiata. A metà del percorso e, diversamente dal
previsto, il vento gira rapidamente da NE, imponendo l'andatura
di bolina stretta con vari bordi finali che non avrei avuto
voglia di fare. Appena dato fondo, la cala ti ripaga in
tranquillità e bellezza, con: piacevoli passeggiate a terra e
vicinanza per fare cambusa.
Le previsioni meteo danno vento e temporali, per la notte del
giorno successivo. Io decido di riparare a Milazzo. Non vorrei
rimanere in questa cala con tante imbarcazioni alla fonda mentre
imperversa un temporale con forti venti che cambiano direzione e
fanno girare tutte le barche come trottole. Anche Andrea e
Dominic fanno altrettanto. Loro giungono prima di me e danno
fondo fuori dal porto. Appena arrivo entro in porto mi attacco a
due pescherecci e gli chiamo telefonicamente che possono venire
e affiancarsi a me. Trascorriamo una bella serata insieme
cenando fuori. Il giorno successivo il mare è burrascoso, dopo
mezzogiorno vedo un guardiamarina della CP che mi si avvicina
scavalcando agilmente i pescherecci e mi dice: qua non potete
stare perché è un porto commerciale - rispondo - all'ora datemi
un transito, come previsto dalla legge, perche fuori il mare é
insostenibile. Mi risponde - dica anche al suo amico che fra
dieci minuti ritorno e se siete ancora qua faccio il verbale di
1.000€. Sappiamo tutti come funziona. Nel marina del porto non
c'è posto, usciamo e in una delle altre due marine esterne, la
peggio e meno riparata ci accoglie a 80€ per una notte...
Abbiamo pensato che qualche buon anima ha fatto una telefonata
in CP... Comunque non avremmo voluto essere sulle isole per
tutto l'oro del mondo; successivamente sono arrivate grosse
imbarcazioni, riferendo che "lì, ha fatto l'inferno".
In
tardo mattino lascio il marina mentre Andrea decide di rimanere
ancora una notte. La loro imbarcazione è più piccola della mia e
per me il costo è insostenibile. Il mare è relativamente calmo e
con un fiocco e a motore risalgo la penisola, il vento da NE e
doppio Capo Milazzo; ciò che il giorno prima era meglio non fare
ma adesso, mi riparo nel versante W.
Per la via così e poi un'avaria mi obbliga
a rientrare a Milazzo
Oggi 25.08 sono in navigazione verso Capo D’Orlando per poi dare
fondo all’ancora a S. Agata di Militello. Il vento a 10kts e i
mare piatto fanno la mia andatura di bolina godibile. Stanotte
l’ho trascorsa nella Cala Sant Antonio di Capo Milazzo. Ero ben
a ridosso rispetto ai temporali previsti durante la notte.
Comunque sono rimasto di guardia fin quasi le tre di notte. Dopo
le prime avvisaglie con tuoni e fulmini è arrivato il vento. La
barca ha cominciato a girare intorno all’ancora 4/5 volte e poi
è arrivato il nubifragio. La lieve altura formata dalla penisola
di Milazzo mi ha completamente riparato dal mare burrascoso.
Sottovento a Kitalpha il mare; problemi nessuno ma come si sa il
vento puntualmente cambia di direzione relativamente al percorso
del temporale. Consultando una “ap” di radar meteo, stava
arrivando, dalla vicina Calabria; un altro corpo nuvoloso con
meno intensità di fulmini ma carico di vento e pioggia.
Impossibile prendere sonno Controllavo il percorso dello stesso
che, superato lo stretto di Messina, perdeva vigore e direzione.
Infatti dopo i primi lampi ha proseguito verso l’entro terra.
Altri giri e poi tutto si quieta...
Riprendo a scrivere oggi martedì 30 agosto.
L'altro giorno dopo una perfetta andatura con il
NW, con vento, in rotazione a W; ho messo in moto per riscaldare
il motore tenendo d'occhio l'andamento della temperatura che
aumentava in maniera leggermente anomala. Controllai lo scarico
dell'acqua di mare; non mi sembrava vero, usciva solo fumo.
Spento il motore, viravo e gran lasco davo rotta tra Vulcano e
il largo; l'affidabile pilota seguiva la rotta. Pensavo è la
girante; verifica: attento alle viti ecc.
la girante è come nuova. Mmh, bisogna fare tutto con calma
impiegando il tempo necessario. E' importante avere questa
visione perchè: il tempo necessario e anche il mare non deve
fare la differenza questa è la cosa importante che tu devi
introiettare. Guai avere fretta. Intanto decido di ritornare
rimanendo al largo dai bassi fondali di Capo Milazzo. Lancio il
PAN PAN alla CP di Milazzo per avvisare dell'avaria; si disporrà
del necessario per l'approdo in porto a secco di vela. La CP
risponde che arriverà una motovedetta per l'assistenza. Io
continuo con la verifica della causa: chiusa la presa a mare,
stacco il tubo in gomma e la riapro; l'acqua arriva.
Controllo il filtro dell'acqua, è abbastanza sporco; avrà
intasato lo scambiatore di raffreddamento tra acqua di mare e
acqua dolce? Va bè. Intanto
arriva la motovedetta dialoghiamo via radio, seguono il
vecchietto rendendosi conto che va tutto bene e individuano il
luogo migliore per l'approdo; senza interrompere in porto
l'attività degli aliscafi e traghetti. Sarà in attesa un gommone
del Marina S. Maria a N del porto. Arrivo, calo le vele e mi
trainano all'approdo. Consulto Internet e individuo la MEL
nautica, mi affido a loro. La mattina successiva arriva il bravo
e gentile meccanico Ilario. Io avevo già preparato svitato le
fascette dello scambiatore di calore... ma lui ha fatto un altro
percorso: ha verificato se la pompa con girante aspira acqua di
mare. Negativo. Seconda
verifica.
Metti in moto e vediamo se gira. Negativo. Si era spannato il
maschio e femmina tra alberino della girante e motore. Mi metto
il cuore in pace...non c'è altro da fare. All'inizio ero
contento perché quest'anno avevo risparmiato poi è vero capita
sempre qualcosa. Però non mi devo lamentare. Andrea e Dominic li
avevo avvisati di non aspettarmi e Beppe che mi aspettava con il
pesce fresco, sarà per un'altra volta.
La
sera del 27/28.08 le rondini si sono parcheggiate tutte (a
migliaia) su Kitalpha e le barche vicine. Una gran bella
compagnia..l'unica. Gli ho dato anche del pane ma avevano solo
voglia di dormire. Nemmeno si spaventavano dalla mia presenza
ravvicinata. Erano troppo stanche. Il giorno
seguente si sono spostate forse a rifocillarsi, alla sera sono
ritornate e al mattino dopo, hanno per sempre, preso il volo.
L'altro
ieri ho visitato il castello di Milazzo. All'interno è
completamente vuoto, interessante i tre giri di mura che lo
difendevano. Infatti non è mai stato espugnato. All'interno di
un piccolo edificio un maestro d'arte racconta la storia delle
maschere che produce e suona con arte lo"scacciapensieri". Mi
piacevano i suoi racconti e l'ascoltavo con attenzione, mentre
prendevo fiato in quel locale protetto dal sole da ampie mura.
Oggi 30.08 sono arrivati i pezzi, aspetto l'installazione.
Dai che si riparte
31.08
sale a bordo il meccanico. Verifico la pompa dell’acqua di mare
già assemblata e subito noto delle parti nuove fiammanti ma
esaminando il famoso “alberino” , anche con la calamita, la
quale mostra subito non essere acciaio e essere lo stesso
alberino,(reduce da un’altra fregatura) ora rigenerato con
saldature e lucidato. La flangia (maschio) quella da applicare
all’albero motore è nuova e originale Volvo, ma tra maschio e
femmina non mi sembra esserci l’incastro perfetto. Chiedo al
meccanico – come mai non è stato cambiato l’alberino? Ah - mi
risponde – ho ordinato il Kit della pompa e pensavo contenesse
anche quello. Si va bene ma se hai sbagliato tu devo pagare
io...? Accortosi della cosa, si è adoperato a riparare il pezzo
vecchio. Io ho atteso una’altra giornata in porto, non ho quello
che ho ordinato ed è stato cambiato materiale non richiesto. In
poche parole ho pagato il porto e il meccanico e a mezzogiorno
sono ripartito. Il contenzioso mi sarebbe costato di più che
avere quello che avevo ordinato. Ho avuto tutto il tempo per
metabolizzare la bastonata economica più la fregatura: dovrò
ordinare un alberino nuovo e farlo installare.
Appena doppiato Capo Milazzo, il vento fresco da NE mi consente
di spegnere il motore e proseguire per alcune ore a vela. Al
largo nell’ampio Golfo di Patti, tengo rotta sempre al largo di
Capo d’Orlando, che doppio prima del tramonto, mantenendomi
sempre a 7/8 miglia dalla costa. Preparo, in pozzetto, il tavolo
imbandito a dovere mentre cuoce una desiderata pasta asciutta
condita con un pesto siciliano. Qualche buon bicchiere di vino
concilia con il creato, poi il caffè mi tiene vigile ad ammirare
il tramonto, ma ancora di più, il crepuscolo. E’ una notte buia
senza Luna, mi piace, sono contento. Il tempo non ha priorità,
mi accontento di quel poco di vento che ogni tanto fa sbattere
le vele, irrompendo, per un attimo, sul fruscio della corrente e
su qualche piccola onda che sbatte sullo scafo dando la
sensazione che la barca, magari poco, ma va avanti. Ogni tanto
una sbuffata di vento un po’ più forte mi fa ben sperare poi
tutto ritorna come prima, pensi sia il respiro del mare. In
lontananza, a 40° dalla prua, il faro di Cefalù che sembra
vicino, con questa calma di vento servirà tutta una notte per
poterlo doppiare. In questo ambiente notturno dal cielo stellato
mi sento molto più con me stesso, un’atmosfera congeniale per
dare ampio spazio a pensieri di ogni genere con ricordi che
ritornano per essere rielaborati e riconsiderati. La mente è
disponibile per ogni ripasso, non ultimo quello spirituale.
Verso le ore 03.00 il faro di Cefalù è circa a 90° sulla sx
della prua. A mio parere entro in una ampia zona di pesca che
v’à da Cefalù, Porticello, Isola di Ustica formando un triangolo
denso di reti segnalate da sole bandiere che vedi solo
all’ultimo momento. Mi metto alla cappa di sola Randa con il
timone bloccato all’orza. La sveglia parlante con la voce
registrata dei miei due nipotini mi inviterà a svegliarmi fra
due ore. Dormicchio a tratti bene fino alle 05. Mentre aspetto
il caffè sento respirare i delfini intorno alla barca.
Intelligenti pertanto curiosi, prima di ripartire rimango un po’
a parlare con loro, anche se invisibili a causa dell’oscurità.
L’ora crepuscolare si avvicina, poi la magia dell’alba si
ripete. Ogni volta posso solo rimanere ammirato e quasi turbato
da questa immensa Natura della quale noi facciamo parte. Il
vento, in rotazione di prua, mi obbliga a procedere con il
motore. Ora mai mi rimangono sei sette ore per giungere dai cari
pescatori di Porticello. Sanno che arrivo e troverò un posto
libero. Capo Zafferano, al quale sta’ a ridosso il porto, si
definisce sempre di più anche per il vento di NW che sta’
rinfrescando. Le ultime due ore di bolina larga fa volare la
barca a 5/6 nodi e anche il tempo. Kitalpha all’inizio è
sensibile al vento e si inclina di pochi gradi, poi col gioco di
coppia raddrizzante, composto da quattro tonnellate di chiglia
lunga, si irrigidisce e scatta in avanti. Eccola, potente,
scivolare rapida, spostando con la sua stazza lorda: 15,49
tonnellate d’acqua. Più corre più mi sembra leggera. Una regina. |
IMMAGINI CORRELATE
Questi ragazzi, come molti altri,
vivono il porto come qualsiasi altro pescatore. Una passione che
fa parte del loro DNA. I due gemelli, in estate, si
imbarcano a turno di una settimana, sul grosso peschereccio del
padre e degli zii; il resto dell'anno, frequentano il liceo
nautico. In questo periodo pescano con la "lampara". Una notte,
appena ritornati dal loro lavoro, uno di essi mi chiama "signor
Beppe"- a mezzanotte sono sempre sveglio e, mi regala un
sacchetto di sarde appena pescate. Il giorno seguente incontro
il fratello e lo ringrazio. Gli racconto di averle subito
cucinate e di quanto erano buone. Con un sorriso mi svela che di
turno era il fratello. Dopo quasi un anno di conoscenza
interpersonale ho scoperto adesso d'avere sempre parlato con due
persone diverse.
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