...il vento, le onde e le montagne, sono sempre dalla parte dei navigatori e scalatori più abili.



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  SCI ALPINISMO

LO  HIELO   CONTINENTAL

ANCHE CON L'AMICIZIA SI RAGGIUNGE SEMPRE  META

Con Marco abbiamo preparato gli zaini alla perfezione, contengono tutto il necessario e senza niente di superfluo. Siamo autosufficienti per quindici giorni. Paolo, nostro comune amico panettiere, ci aveva fornito il pane, confezionandolo sotto vuoto; avevamo lo spek, il grana, latte condensato, minestroni, ecc. Gli zaini compresi di vestiario, attrezzatura alpinistica, sci, scarponi e tenda pesavano 27 kg. a testa. All'inizio erano macigni, poi ci si abituava; quando li toglievamo, sembrava di volare.
Dal Cialten prendiamo un sentiero dapprima un po ripido poi per pianori boscosi e guadi del Rio Blanco ove nei pressi piantiamo la tenda. E' quasi mezzanotte quando inizia a fare buio che concilia con un meritato riposo. Dopo il guado sul Rio della Vueltas, ci si addentra per fitti boschi di lengas, il faggio australe  che ombreggia il soffice sentiero fino a giungere alla Piedra de Fralie ove sta l'omunimo rifugio. Una piccola costruzione  in legno, adatta a ospitare il suo proprietario e capace di un tavolo con due panche dove si possono avere due fresche uova strapazzate. E' situato a ridosso di una grossa pietra che lo ripara dal forte vento da sud. Gli uccellini entrano in tenda con curiosità senza temere la nostra presenza. Il posto è molto tranquillo e da queste parti è difficile incontrarre qualcuno. Proseguiamo arrancando su impervie morene a picco sulla Laguna Electrico, attraversando il gelido e impetuoso Rio Pollone che scende dal Fitz Roy Norte. Giunti all'inizio del ghiacciaio che scende dal passo Marconi, installiamo la tenda ancorandola con due chiodi al ghiaccio. Sulla sinistra pareti a picco che danno sul ghiacciaio con una cascata che riempie un bacino naturale a monte della nostra tenda. Durante la notte  improvvise folate di vento la fanno schioccare, preanunciando un repentino cambiamento del tempo. Inizia a piovere poi a nevicare e un forte vento ci scuote per tutti i cinque giorni che rimaniamo riparati. Ogni tanto usciamo a tener controllata la situazione. Il fragore del torrente che passa sotto il ghiacciaio e la cascata d'acqua che ad ogni colpo di vento viene letteralmente sollevata e prosciugata, creano un gran frastuono; la cascata poi riprende a riversarsi entro un precario bacino posto a monte del nostro bivacco. Il timore che il bacino tracimi, alla notte, ci fa dormire completamente vestiti e con un occhio solo. Al quinto giorno di permanenza in tenda, l'altimetro continua a segnare 600mt. in più della quota reale, confermando la forte depressione stabilizzatasi sulla zona. Saliamo il ghiacciaio, vediamo la rampa che conduce al passo Marconi  percorsa da vento e neve proveniente dallo Hielo. Il vento diventa talmente forte da doverci riparare  dietro ai numerosi blocchi di ghiaccio. Gli sci agganciati allo zaino fanno vela e camminare avanti diventa faticoso.
C'è gente che rimane anche per dei mesi in attesa del bel tempo. Non fa al caso nostro. Esprimo a Marco il mio pensiero di tornare a casa, aggiungendo un mio timore che il Rio Pollone gonfiandosi ci tagli la ritirata.
Decidiamo di tornare. Ancora prima di partire si contava  su un po di fortuna riguardo al meteo. Era evidente che non si sarebbe messo al bello in pochi giorni e quella non doveva essere una sfida. Per me, l'ìdea era nata dalla passione per la montagna e conoscenza di nuovi luoghi. questo fa si che nell'insieme il bilancio mi appaia positivo, ed è stato    così anche per per Marco.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

LO HIELO CONTINENTAL

... o meglio lo Hielo Patagonico, è situato all'estremità australe del Sud America. Per estensione, escluse le due calotte polari, è secondo solo alla Groellandia: la letteratura recente segnala 4400kmq per lo Hielo Patagonico Nord e 13500 Kmq per quello Sur. Si tenga presente che tutti i ghiacciai alpini nel loro insieme hanno un'estensione  di 3500Kmq e l'Aletsch glascer che è il più vasto, è di circa 100Kmq.
Lo Hielo Patagonico Sur è lungo circa 330Km, ed è largo fino a 80 Km. La calotta centrale è divisa in numerosi vasti altopiani e si mantiene ad un'altezza media di 1500 metri. Il periodo più ventoso è da novembre ad aprile con venti a direzioni predominanti da ovest, questi provengono dall'Oceano Pacifico, ricchi di umidità e a contatto con la cordillera danno luogo a cospique precipitazioni.
 
TRASFERIMENTI

Via Buenos Aires si arriva a Rio Gallegos, grosso centro commerciale della Patagonia del sud. Da qui si raggiunge Calafate o con piccoli e affollati aerei o con pulman. Noi abbiamo preso un mezzo privato che senza fermarsi a Calafate, in 14h di viaggio attraverso la Pampa ci trasferisce al villaggio El Chalten nel Parco Nationale del Fitz Roy. A poco prezzo si possono affittare dei cavalli. Sul tragitto si trovano quattro bivacchi in condizioni precarie ma preziosi.
Acqua ce n'è sempre tanta e come tutti sanno è sempre presente il bel vento patagonico! 

L'ITINERARIO

Da El Chalten passando per il campo base del Fitz Roy al Rio Blanco, si arriva nella valle del Rio Electrico al rifugio del Fraile. Costeggiando sulla sinistra il Lago Electrico si sale per impervie morene al ghiacciaio e quindi al passo Marconi. Da qui, dopo 35Km. in direzione sud si trova Nunatak Viedma con l'omonimo rifugio.
Attraversato il Ghiacciaio Viedma, all'inizio dell'Uspala, in un'ansa sotto il Cerro Campana si trova il rif Fuerza. Mantenendo la sinistra orografica, all'altezza del Cerro Murallòn, si trova l'uscita dal ghiacciaio, per il rif. Pascale e per l'estancia Cristina. 

 

 

 

 

 

 

 


 

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In vista il Lago Electrico

   

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