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Il parco nel
Delta del Po
dove uomo e natura stanno insieme

Porto di Goro 02 aprile 2018

 

 

Attraversata la "Sacca" di Goro si giunge al Porto
La mattina di Pasquetta giungono al porto di Marinara due miei cari amici: Antonio e Fausto da Ravenna; anch'essi, hanno piacere di accompagnarmi in questo breve tratto che mi separa da Goro. Una leggera brezza da SW, coadiuva il motore a spingerci al largo. Facciamo rotta sulla Lanterna di Po di Goro, aggirando il grande allevamento ittico, ben segnalato, il cui inizio é appena dopo Porto Garibaldi, per terminare a sufficiente distanza dall'Isola dell'Amore, per portarsi verso NW, alle Briccole che conducono entro la Laguna, attraversando per giungervi un fondale di 2,20m. con media marea. Infatti era meglio: fare rotta direttamente sulla Briccola d'ingresso al canale che conduce in Laguna, mantenendole sul lato sx a una distanza di 10m. Poco dopo si giunge al canale d'ingresso alla Valle di Volano; da lasciare a sx proseguendo sempre su bassi fondali (2,40) e numerosi pali, fino ad altre Briccole, da tenere a dx; (punto chiave) si prosegue senza altri problemi fino entro il porto. Al mattino, uno sciame di barchini dei pescatori, vanno e vengono dagli impianti di allevamento di vongole veraci,cozze e altri
molluschi.. A Fausto e Antonio, ho presentato Luigi, un pescatore incontrato a Marina di Ravenna mente portava all'ASL, campioni di pescato per essere controllato, certificandone così la qualità. In quell'occasione ero al porto per comprare qualcosa di appena pescato, è arrivato lui con uno dei suoi pescherecci, gli avevo dato una mano a legare le cime di ormeggio; é stato così che per tre giorni ho mangiato a pranzo: spaghetti con le vongole veraci. Adesso, a bordo di un barchino dei figli, rientrava da un giro di ispezione agli allevamenti; si perche devono vigilare evitando furti del loro pregiato prodotto. Di notte c'è la vigilanza privata ed è armata.


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Andamento della marea nella zona di Ravenna. Per l'accesso alla Sacca di Goro con 1,80 di pescaggio. La CP consiglia: ingresso: "a mezza marea".

 


Porto di Goro e Gorino
 

La Sacca di Goro é una laguna salmastra di maggiori dimensioni in tutto il Mar Adriatico; la sua profondità media si aggira sui 60cm. tranne il canale d'ingresso al porto ben segnalato; riceve acqua salata dal mare e acqua dolce dal Po, mantenendo un valore salmastro con circa il 23% di salinità.  Il consorzio pescatori, riunisce diverse cooperative contando sulla presenza di oltre 600 soci, proprietari, in diversi casi, di più imbarcazioni e dipendenti o cooperatori famigliari. Se consideriamo anche il porto di Gorino, la forza lavoro della zona, raggiunge varie migliaia di unita. I prodotti sono: Ricci di mare, lumachine, Cannolicchio, Vongola verace, Lupino, Fasolaro, Ostrica, Capasanta, Cozza, Murice e Tartufo. 
Il porticciolo di Gorino
Gorino fa parte della sacca di Goro, riserva di Biosfera UNESCO; è un piccolo paesino ferrarese costruito a ridosso di un argine del fiume Po. Lo chiamano Il porticciolo, lo chiamano così, ma anche lì, ci sono centinaia di barche per la pesca e l'allevamento di cozze e vongole, con tanto di cooperativa per il conferimento e la vendita.
Nel fiume c'è una motonave per i turisti che attraversando canali e canneti, porta al pittoresco Faro.
A poca distanza il ponte su barche attraversandolo si cambia regione e ci si trova in Veneto. Anche l'ambiente è più selvatico; le strette strade asfaltate agevolano i cicloturisti interessati al Delta del PO. Ho girato per pochi Km. attraversando risaie a vista d'occhio, tutte al di sotto del livello del mare come pure i paesini della zona. Sarà per via della bassa stagione ma non girava anima viva. Probabilmente all'estate c'è più frequentazione turistica. Invece nell'unico ristorante di Gorino, i posti a sedete erano quasi tutti occupati e ho mangiato bene.
La fauna
La Sacca di Goro è una zona umida d’importanza internazionale per lo svernamento di molte specie di uccelli. Nelle zone centrali della Sacca svernano ogni anno migliaia di piccoli uccelli; d’inverno scendono dal nord Europa con le anatre svernanti più comuni come: gli aironi, i piovanelli a migliaia. In estate invece nidificano diverse specie, alcune rare del Delta. Tra queste: l’airone rosso e il falco di palude, che nidificano tra i numerosi canneti, la beccaccia di mare che nidifica tra la sabbia. La zona è importante anche per gli storioni dove trovano l'alimentazione necessaria in particolare nella fase giovanile; poi tante altre specie popolano il parco 
Cantiere del Delta
Alla fine delle briccole che che delimitano il canale di ingresso al porto, a sx si trova un piccolo Marina e pochi metri più avanti si è in porto, dove subito a dx vediamo la gru del Cantiere Navale del Delta con: grandi piazzali, capannoni e barche in secca. Il sig. Pietro è il comproprietario e insieme a Sandro, maestro d'ascia e altri soci capaci, di una vera impresa: con altri suoi bravi e bravissimi collaboratori;   oltre ad essere punto di riferimento per la manutenzione di pescherecci e barchini da pesca, restaura barche in legno, progetta e costruisce imbarcazioni in vetroresina, per la pesca e d'altura. La sua fama arriva oltre confine e desta l'interesse di una multinazionale; un'avventura nell'avventura. Ottengono commesse, importanti. Loro era una splendida navetta di 52 piedi costruita artigianalmente e  venduta ad un banchiere (non bancario) svizzero. Questo per dire che: seppur raramente, si incontrano delle realtà, dove  la passione, sommata a capacità e ambizione, è miscela vitale per la determinazione necessaria a mettersi in gioco e realizzarsi in proprio. Mi hanno sempre impressionato le persone capaci e  la tenacia di essi; ne sono
anche contento per la loro consapevolezza, quella di poter raggiungere obiettivi sempre più entusiasmanti. Non manca l'altro lato della medaglia, spesso, quello di ritenere che gli altri, in particolare i diportisti, non se ne intendano di barche, di manutenzioni e di meccanica; infatti l'altro giorno, dovendo cambiare due valvole delle prese a mare, ero stato preavvisato che loro si riforniscono da una ditta lider in passa scafi e valvole in ottone e bronzo; in magazzino avrebbero tutto quello che serve per la nautica,  e quello che manca arriva subito; all'ora Pietro, mi ha mostrato lo scaffale delle  valvole ma di bronzo ne ho visto poco. Come ogni dove, é doveroso chiedere preventivi. Solo da due anni questo cantiere ha aperto le porte al diporto e si capisce il motivo. Qualche bravo tecnico, non é abituato all'ottimizzazione degli spazi nelle barche da diporto e si mostra  lamentoso, a sproposito, con: avrebbero dovuto... non sapendo di confrontarsi con cantieri al top della gamma e al diportista gli interessa che il lavoro sia fatto a regola d'arte. Qua tutti, anche i pescatori, nei raccordi, usano il Teflon; in Sicilia del collante specifico, anni fa la canapa. La valvola che mi sono montato io perché ero riuscito a smontarla e su suggerimento dei pescatori, oltre al teflon ho messo del grasso idrorepellente. Con la barca in acqua vedo che tutto va bene. Espletata la visita da parte del RINA per la revisione, concludo i lavori con la barca in secca.

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Gli amici
A Goro ho trovato quella socialità che caratterizza i pescatori; essi, fanno presto a riconoscere chi va per mare e anche a sapere abbastanza di te: che barca hai, cosa fai, se sei da solo ma sono cordiali e salutano volentieri. Oltre a Luigi, ho fatto amicizia con Roberto, un pescatore che da ragazzo poverissimo, lavorando sodo, sia lui che sua moglie, adesso ha un peschereccio di 18 m. con una casa tutta per loro e per i suoi due figli: Alessandro è un bravo istruttore di vela e collabora con il padre; la figlia già autonoma e capace, anch'essa orgoglio di famiglia. Gabriele, mio dirimpettaio, anche lui con la barca in secca e impegnato nei giorni festivi a sistemare la carena; va da se che ci conosciamo e bello scoprire: capacità, generosità, intelligenza, rispetto ed educazione, tutto racchiuso in una singola persona; questo é Gabriele. Un paio di volte mi ha invitato ad accompagnarlo presso un piccolo marina, dove ha un amico da farmi conoscere in quanto bravo ed esperto in manutenzioni nautiche, si chiama Alfredo. Nei pressi vi é un'ottima trattoria con buoni prezzi. Chiediamo di Alfredo e lo indicano ad uno dei tavoli del palco su palafitte, intento a consumare il pranzo. Ci salutiamo, accomodandoci con lui e ordiniamo anche noi. Mentre parlano tra loro osservo il personaggio dai capelli quasi bianchi; riconosco Alfredo, visto 12 o 13 anni fa all'isola di Lussino. All'ora i capelli erano lunghi e di un'altro colore, bravo e avventuroso marinaio, abitante in un paese poco distante da dove abito io. Entrambi sorpresi, ci siamo abbracciati. E' stato bel momento d'incontro. Questo conoscere e farsi conoscere, instaurando rapporti interpersonali fino a diventare legami più significativi, sono uno dei valori che riserva questo modo di vivere.
Cari amici conosciuti anni fa all'Isola d'Elba, hanno fatto il mio nome a una donna presentatasi via Fb. A suo dire, interessata alla mia barca. Appassionata di vita di mare e libertà, nonna benestante con l'intento di vivere senza dimora. Diversi anni fa, avvicinandosi, per pochissimo tempo, alla vela d'altura, si era innamorato di lei un armatore siciliano. Sta di fatto che lasciate le rispettive famiglie, trascorsero un anno veleggiando. Poi le loro strade si divisero. Questo suo racconto si completava con l'invio di varie immagini atte a farsi conoscere; telefonicamente preciso il mio prezzo di vendita dell'imbarcazione ma era troppo alto e poi lei da sola non si sentiva di condurla... Un giorno mi telefona dicendo: sono per strada e vengo a vedere la barca. Arrivata con il suo camper, proposi (più per scherzo) di entrare in società con una quota e assumere un marinaio per quando vuole andar in mare ma, non aveva simpatia per le società. Senza tirarla tanto per le lunghe e in definitiva, mi rivelava che per lei la situazione ideale era: "tipo quella che aveva già vissuto". Che ridere... Volevo dirgli: non sono il pollo che cerchi e tanti saluti.
Fausto é passato a trovarmi, con la sua bella moto nuova; diciamola tutta: è passato dall'ufficio di Marinara, dove era giacente la mia patente nautica, inviatami dopo il rinnovo dalla Cap. di Chioggia e me là portata. Non voleva mettermi in imbarazzo e la messa così. Comunque mi ha fatto doppio piacere perché ero anche contento di rivederlo. Sua moglie, che ho avuto piacere di conoscere, è una dirigente amministrativa di una grossa azienda; percorre 200 Km. al giorno per andare e ritornare dall'ufficio. Si è dedicata a fare anche del volontariato sociale rivolto ai minori e a quelle persone che hanno bisogno di aiuto. Allora da alcuni anni è iscritta all'Università di Bologna e si è laureata in scienze dell'educazione o psicologia sociale; non ricordo bene, in pratica per poter essere più capace verso gli ultimi. Grande persona anche lei.
Rientro al Porto di Marinara
Il giorno 20 maggio, con cinque ore circa di navigazione giungo in porto. Mi assegnano un posto barca un po' stretto,. Entro di poppa per lasciare la prua al vento in caso di Bora, ho qualche difficoltà per via della brezza che mi abbatte la prua. Provo un paio di volte senza sforzare l'invertitore per una ridicola manovra; cambio idea, decidendo di lasciare la poppa al vento che nel pomeriggio rinfreschi l'interno della barca, con tutto il pozzetto ben ombreggiato, tanto in estate la Bora non è frequente come in inverno. Mentre inizio a girare la barca, con problemi zero, sento la voce di un imbecille dire: se vuoi vengo io a fare la manovra... Dico imbecille perché come può pensare uno sconosciuto, che un armatore consegna la propria barca con peculiarità tecniche e meccaniche a lui sconosciute; Dove necessità particolare e delicato uso dell'invertitore... volevo dirgli: fai 100.000 miglia e poi ne parliamo. Non avevo mai pensato ad una battuta così cafona. Vi fosse stata, reale necessità, vi sono gli ormeggiatori che con il tender ti tengono la prua e fa parte del loro lavoro. Erano anni che non frequentavo tanto un marina e raramente hai contatti con chi che sia; non mi era mai capitato.
Così ho infilato Kitalpha di fronte alla  comoda Nauticat 43 di Paolo, anch'esso frequentatore di Goro per le manutenzioni e, con la  simpatica moglie, la quale descriveva, consigliandolo, il piatto clou del ristorantino menzionato in uno di questi miei racconti.
Il 04 giugno, sono stato allietato dalla visita di Andrea, Norma, Anila e Iaky. Hanno preso alloggio ad Adriano e giornalmente ci vedevamo; ho avuto modo di stare un con loro e con la mia cara nipotina Anila.
In seguito e per poco è transitato Carlo; mi ha ragguagliato sul suo lavoro, sui suoi viaggi e sulla progressione in tuta alare. Sarebbe poi andato i Slovenia a proseguire l'allenamento. E' un bravo sportivo e prudente, apprezzato sul lavoro, programma intelligentemente la sua vita, vivendola da atleta quale è, realizzando i suoi sogni e viaggiando in altri paesi conoscendo genti e luoghi diversi. 
Andrea e Matteo sono ritornati a trovarmi, fermandosi tre giorni. Sono pieni di energia, appassionati di montagna e di tante cose nuove. Fausto e Antonio, mi hanno invitato con la loro compagnia in Valle a pescare pesciolini per poi friggerli all'istante. Siamo immersi in un ambiente naturale, abitato da: Aironi, uccelli canterini di ogni tipo;  in distanza il bosco contorna la Valle, sulla riva, una decina di cavalli bianchi allo stato brado, pascolano brucando l'erba fresca mentre i più piccoli, saltellano giocosi.
Le giornate trascorrono velocemente, ho l'intento di iniziare a fare manutenzione al ponte in teak; ma rinvio di giorno in giorno. I pomeriggi, sono troppo caldi, preferisco rimanere in barca; all'interno è fresca  e, tra: giro d'Italia, di Francia, GP 1, F1 e lavoretti di casa, il pomeriggio è andato. Vado in spiaggia verso le ore 18.30 e vi rimango fino al tramonto. E' un incanto, tutto si quieta, rimangono quei pochi che apprezzano il sole quel tanto che basta a favorire l'accrescere di vitamina D. 
La settimana scorsa la Marina e l'Aviazione militare ha realizzato una bella manifestazione
Alla fine di giugno, abbiamo avuto un paio di giorni dove le forze militari si sono esibite in occasione del centenario dalla morte di Francesco Baracca. Le Frecce Tricolori si sono esibite e la Marina altrettanto, spiegando: navi, elicotteri e mezzi della Guardia Costiera. E' stato possibile visitare la nuova fregata missilistica e multiruolo: Federico Martinengo.  Gentilmente il comandante con gli operatori sono stati disponibili a farci capire, grossomodo, come funziona. Interessante anche il nuovo potente elicottero NH 90 al seguito della nave, e le altre dotazioni di rilevamento in mare e delle modalità di: sbarco/imbarco degli incursori.
Bello.                

Alla  cooperativa, ben fornita, si poteva trovare le prelibatezze locali; alla mattina presto, i pescatori conoscenti, rientravano col pescato di vongole veraci. Quello era il massimo.

 

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